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foto di repertorio

Alife – Caso RAO, cadono le accuse più gravi. Le vittime condannate anche alle spese.

Alife – Le parti offese, cioè le vittime, avevano fatto ricorso in Cassazione contro la decisione dell’Appello che cancellò l’accusa di violenza sessuale ritenendo l’imputato colpevole solo di rapporto sessuale con minore consenziente. I giudici romani, oltre a confermare la decisione dell’Appello partenopeo, hanno condannato le costituite parti offese al pagamento delle spese processuali e 3mila euro di multa.  Un uomo di 30 anni e una ragazzina poco meno che 14enne (quindi per la legge ancora bambina) si innamorano e instaurano una relazione sentimentale. Scatta la denuncia da parte dei genitori di lei, e l’uomo viene arrestato. Lui si difende: eravamo innamorati, mai usata violenza. Può un 30enne innamorarsi di una 13enne? Può trattarla, seppur consenziente, come fosse una donna adulta? Sono questi i dubbi su cui si interrogano in tanti.
La recente sentenza emessa dai giudici della Cassazione sta scuotendo la comunità alifana, e sollevando una serie di interrogativi. I giudici della Suprema Corte, come quelli dell’Appello di Napoli, hanno escluso la violenza sessuale, confermando così la tesi difensiva di Ermanno Rao.
La violenza sessuale era stata esclusa già dai Giudici di Appello che avevano riclassificata l’accusa in “rapporti sessuali con minore di 14 anni consenziente”.    La cassazione doveva pertanto decidere se il consenso fosse validamente prestato in relazione all’età. Le parti civili hanno chiesto alla Cassazione che l’imputazione di atti sessuali con minorenne venissero qualificati come violenza sessuale, impugnando la sentenza di Appello. La cassazione ha respinto quest’ultima richiesta dichiarando il loro ricorso.  inammissibile e condannandole a pagare 3.000 € di multa. La Cassazione ha anche annullato l’imputazione e conseguentemente la relativa condanna, per l’episodio ritenuto più grave dalla Corte di appello, di atti sessuali con la minorenne; il processo deve pertanto tornare in appello sia per accertare la responsabilità in merito a questo episodio, sia, in caso di condanna, per rideterminare completamente la pena. L’imputato è ora assistito dagli avvocati Ida Lanzone e dal Cassazionista casertano Marco Alois. Le parti civili sono assistite dall’avvocato Claudio Sgambato. La notizia è rilevante poiché rappresenta per l’imputato la possibilità di una nuova rivalutazione dei fatti, seppur parziale, e la certezza di una revisione della pena, in caso di condanna, mentre per le parti civili rappresenta un duro colpo sia per essere stata definitivamente respinta la tesi della violenza sessuale, sia per essere stati condannati anche a pagare 3.000 euro di multa.

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