Ultim'ora

5 cose da sapere sull’anodizzazione dell’alluminio

L’anodizzazione è un processo in grado di cambiare la chimica superficiale di metalli e altri substrati. Questo, quindi, protegge dalla corrosione, migliora le qualità estetiche, resiste ai graffi ed è conosciuta per essere una delle finiture superficiali più resistenti disponibili.

L’anodizzazione può avvenire su diversi materiali, in particolar modo all’alluminio.

Come avviene l’anodizzazione dell’alluminio?

Per preparare l’alluminio per l’anodizzazione, è necessario pulire e risciacquare la superficie, ponendola, poi, in un bagno di soluzione elettrolitica come l’acido solforico. All’alluminio viene in seguito applicata una carica elettrica positiva, rendendolo anodo, mentre una carica negativa si applica alle piastre sospese nell’elettrolita. La corrente elettrica presente nel circuito fa sì che gli ioni positivi vengano attratti dalle piastre negative.

La reazione elettrochimica successiva

Questa reazione favorisce la formazione di pori sulla superficie dell’alluminio man mano che gli ioni positivi in eccesso sfuggono. Questi pori formano un modello geometricamente regolare e iniziano ad erodersi nel substrato.

L’alluminio in superficie si combina per creare l’ossido di alluminio. Questa barriera rappresenta una difesa contro ulteriori reazioni chimiche in quei punti.

Man mano che la corrente continua ad essere applicata, le aree deboli e reattive dei pori continueranno a penetrare più in profondità nel substrato, formando una serie di strutture cave.

Per i rivestimenti non duri, la profondità può raggiungere i 10 micron. Una volta raggiunto il livello, se non è necessario applicare alcun colore, il processo si interrompe e la superficie può essere sigillata semplicemente con un risciacquo in acqua. Questo lascerà un rivestimento in ossido di alluminio duro e naturale, in grado di resistere agli attacchi chimici ed ai graffi. L’ossido di alluminio viene valutato 9 su 10 della scala di durezza Mohs, che lo rende secondo solo al diamante.

Cosa è l’anodizzazione dura?

L’anodizzazione dura offre una maggiore protezione dalla corrosione e resiste all’usura in ambienti estremi o con parti meccaniche in movimento soggette a molti attriti.

Questo fenomeno si produce continuando a fornire corrente elettrica fino a quando la profondità dei pori supera i 10 micron, fino ai 25.

Questo processo garantisce un risultato superiore.

Perché l’alluminio ha bisogno di protezione dalla corrosione

Nonostante per definizione l’alluminio non arrugginisca, può deteriorarsi in presenza di ossigeno per via dell’ossidazione. Quando l’alluminio è esposto all’atmosfera forma rapidamente uno strato di ossido di alluminio sulla superficie e questo strato fornisce un certo grado di protezione contro un’ulteriore corrosione.

L’alluminio, inoltre, deve resistere a molti fattori, come piogge acide, acqua salata e altri contaminanti. Anche le leghe moderne variano in risposta all’esposizione ambientale, che va dal semplice scolorimento superficiale fino al guasto meccanico.

Come aggiungere colore all’anodizzazione del metallo

Il pigmento riempie tutti i pori vuoti fino alla superficie, dove viene sigillato in modo permanente. Per questo motivo tutti i colori che subiscono anodizzazione sono molto resistenti: non possono essere graffiati dalla superficie perché in realtà i colori sono in profondità e possono essere rimossi solo macinando via il substrato.

 

Guarda anche

Caserta – Ricercato per lesioni e resistenza, usa una falsa identità per sfuggire alla cattura

Caserta – La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato un cittadino originario del Ghana, …