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REGIONE CAMPANIA – Emergenza Coronavirus: scuole aperte o scuole chiuse? Il via alla guerra social dei genitori combattuta a “colpi di hashtag”

REGIONE CAMPANIA – Emergenza Coronavirus: scuole aperte o scuole chiuse? DAD o NO DAD? Questi sono i due schieramenti che si stanno fronteggiando in Campania in una vera e propria “guerra social” combattuta a “colpi di hashtag” ed iniziative di protesta. Nei giorni scorsi il presidente Vincenzo De Luca ha annunciato la ripresa delle attività didattiche in presenza a partire dal 24 novembre per asili e scuole elementari e dal 30 novembre per le altre classi della primaria e le prime medie. Prima della ripartenza è stato programmato uno screening con test antigenici gratuiti destinati ad alunni, ai loro familiari conviventi ed al personale della scuola. Per prenotarsi è necessario, secondo quanto ha comunicato la Regione, contattare il numero verde 800814818, comunicare all’operatore i dati anagrafici e ricevere comunicazione “in tempo reale” da parte di un operatore sulla data, il luogo e l’orario per effettuare il test.
La realtà è ben differente. Al telefono nella maggior parte dei casi risponde una voce registrata che comunica che “a causa dell’intenso traffico le linee sono momentaneamente indisponibili”. Due le soluzioni proposte: ricontattare il numero verde o lasciare un recapito per essere ricontattati (con tempi di attesa superiori alle 48 ore). Insomma, lo screening annunciato si è inceppato alla partenza e sembra difficile pensare di espletare un’attività di monitoraggio così decisiva in un tempo residuo così ridotto. “Scuole chiuse in zona gialle e scuole aperte in zona rossa?”. E’ questo il vero dilemma e poco conta che è già così nelle altre parti d’Italia dove anche in zona rossa l’attività didattica prosegue in presenza, secondo il Dpcm. In questa confusione qualche sindaco casertano si sta portando avanti con il lavoro. A Caiazzo, Arienzo Riardo e Dragoni le scuole resteranno chiuse fino al 29 o 30 novembre. A Santa Maria a Vico, addirittura, la riapertura delle scuole è stata fissata al 5 dicembre. Nella serata di martedì i 17 sindaci dell’Agro Aversano (Alfonso Golia di Aversa; Vito Luigi Pellegrino di Parete; Renato Natale di Casal di Principe; Anacleto Colombiano di San Marcellino; Vincenzo Caterino di San Cipriano d’Aversa; Nicola Esposito di Lusciano; Luigi Della Corte di Villa Di Briano; Marcello De Rosa di Casapesenna; Valerio Di Fraia vice sindaco di Villa Literno; Giuseppe Dell’Aversana di Sant’Arpino; Michele Apicella di Trentola Ducenta; Vincenzo Guida di Cesa; Antonio Tatone di Casaluce; Nicola Affinito di Carinaro; Tommaso Barbato di Teverola; Vincenzo Santagata di Gricignano; Gianni Colella di Succivo) si sono riuniti per confrontarsi sulla riapertura delle scuole. “E’ importante che i nostri ragazzi ritornino in classe il prima possibile. Sono evidenti i limiti della DAD soprattutto tra i più piccoli ed essi si sommano ai disagi provocati dalle innegabili carenze tecnologiche ed infrastrutturali – si legge in una missiva inoltrata a De Luca – Per una crescita culturale ma soprattutto umana e sociale dei bambini il ritorno alla didattica in presenza è sicuramente da auspicare. Tuttavia, dalla discussione sono emerse tante criticità che al momento impediscono una serena ripresa delle attività didattiche in presenza. In primo luogo il crescente livello dei contagi anche tra i bambini della fascia di età 0-6 e in quella relativa al primo ciclo di istruzione oltre che tra il personale della scuola e tutto ciò sebbene il ritmo di crescita sia stato mitigato dalla scelta saggia di disporre in Campania per tutti gli ordini di scuola la didattica a distanza. C’è poi da considerare la completa inadeguatezza del sistema di medicina territoriale che mostra di essere in palese affanno. Come già sottolineato nella nota del 12 novembre 2020, i team anticovid e gli USCA (unità speciali di continuità assistenziale) di fatto esistono solo sulla carta. La somministrazione dei tamponi, la loro lavorazione e la comunicazione degli esiti sono oggettivamente assai rallentati con tutte le conseguenze che ne derivano. Il tracciamento dei contagi è ormai una chimera. Il servizio di pronto soccorso 118 sconta un sovraccarico di lavoro da cui derivano mancanza di tempestività negli interventi che spesso si rivelano fatali per i malati. Il ricovero poi dei pazienti più gravi è una vera e proprio odissea che diventa causa ulteriore di decessi di nostri conterranei. Lo screening su tutti gli operatori della scuola, i bambini e le loro famiglie, per quanto apprezzabile, appare inverosimile da realizzare con gli attuali livelli di efficienza della sanità territoriale. Esso inoltre rivela un quadro istantaneo e dovrebbe pertanto essere ripetuto con frequenza periodica per monitorare l’evolversi dei contagi. Per tutte queste ragioni esponiamo le nostre perplessità sul ritorno alla didattica in presenza a partire dal 24 novembre. È una nostra priorità riportare i bambini e i ragazzi a scuola il prima possibile ma lo stato di emergenza che stiamo vivendo unito agli attuali livelli di efficienza del sistema della medicina territoriale ci portano ad affermare che non ci sono le condizioni per una riapertura delle scuole. Chiediamo pertanto un decisivo e tempestivo intervento volto a superare le tante criticità del sistema sanitario sul nostro territorio e che si riveda la decisione di riaprire le scuole posticipandola al momento in cui tali criticità saranno effettivamente risolte o quantomeno il livello generale dei contagi si sia notevolmente abbassato.

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