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ALVIGNANO – Licenze edilizie “elettorali”, il comune duramente condannato dal Tar

ALVIGNANO – Licenze edilizie rilasciate il giorno delle elezioni comunali, i giudici del Tar bocciano il comune annullando uno dei permessi rilasciati circa un anno fa, mentre nei seggi elettorali si votava per il rinnovo del parlamentino di Alvignano. La sentenza del Tar, che condanna il comune al pagamento delle spese, è arrivata pochi giorni fa e potrebbe essere il preludio per altri provvedimenti del genere. Violazione e falsa applicazione della legge regionale che regola la materia,  il titolo edilizio sarebbe illegittimo per mancato rispetto del limite di densità fondiaria; eccesso di potere, violazione del procedimento amministrativo, sviamento perché l’amministrazione avrebbe illegittimamente ammesso l’integrazione documentale. Queste, in sostanze le ragioni che hanno indotto i giudici all’annullamento della licenza. Nelle scorse settimane fu la Procura della Repubblica a visitare gli uffici comunali per acquisire tutte le licenze edilizie rilasciate circa un anno fa. Licenze che in paese sono – simpaticamente – chiamate “elettorali” perché vennero concesse nel giorno del voto per il rinnovo del consiglio comunale. La Procura, inoltre, avrebbe  acquisito  i documenti inerenti i contratti degli ultimi due tecnici, dirigenti dell’ufficio urbanistica.  L’ufficio tecnico – settore urbanistica – rilasciò, in totale, quella mattina, ben sei licenze edilizie (fra sanatorie, varianti e cambi di destinazione d’uso) e poi un buono contributo in favore delle vittime del terremoto degli anni ottanta. Il dato assume un valore ancora più significativo e “intrigante” se si considera il fatto che l’ufficio tecnico comunale sembrava essere stato, praticamente, in letargo fino a quella mattina. Infatti dal primo gennaio al tre maggio dello stesso anno aveva rilasciato solo nove permessi. Poi lunedì mattina, sette maggio, ultimo giorno lavorativo del responsabile del settore,  ben sette provvedimenti vennero perfezionati.  L’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nasce da una precisa denuncia del consigliere di opposizione Sergio Romano. Lo stesso consigliere nelle scorse settimane sarebbe stato ascoltato dagli inquirenti che indagano sulla vicenda. L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha sempre respinto ogni accusa  dichiarandosi estranea ad ogni addebito mosso.

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