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Una serie di buoni pasto sul bancone di un bar oggi 4 dicembre 2010. L'Antitrust ha avviato un'istruttoria per verificare se l'acquisto della societa' Ristochef da parte di Edenred Italia, titolare dei marchi Ticket Restaurant e City Time, possa causare effetti restrittivi della concorrenza nel settore dei buoni pasto. Secondo l'Autorita' l'operazione potrebbe infatti determinare ''la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante, visto che la societa' gia' risulta il principale operatore di mercato, grazie a una crescita particolarmente sostenuta realizzata negli ultimi quattro anni''. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

I buoni pasto, guida all’uso

Uno strumento nato negli anni 50 per consentire a tanti lavoratori di usufruire di benefit evidenti ed alle aziende di avere un prodotto da utilizzare in unione al tradizionale stipendio. I buoni pasto sono una metodologia di pagamento dal valore predeterminato, chi lo riceve lo può usare esclusivamente per acquistare pasti o prodotti alimentari presso supermercati / alimentari o rivenditori di cibo in generale.
Rientra nella categoria dei fringe benefit, ovvero una tipologia di emolumento retributivo che può essere applicata per alcune categorie di lavoratori in aggiunta ovviamente, non quindi in sostituzione, alla retribuzione ordinaria.
I buoni pasto vedono la propria normativa variare in modo frequente, come nell’ultimo caso della legge di Bilancio 2020 che ha imposto una variazione della tassazione relativa ai ticket pasto elettronici e cartacei, con la preferenza per i primi in quanto maggiormente tracciabili.
Nel nostro paese è dagli anni 70 che lo strumento inizia a diffondersi, in concomitanza con il boom economico e la proliferazione di aziende ed imprese sul territorio; il tutto per garantire ai lavoratori dipendenti la possibilità di fruire del servizio mensa direttamente sul luogo di lavoro, anche se in assenza di una zona fisica vera e propria adibita a tale scopo.

Vantaggi e funzionamento

Da allora la crescita è stata esponenziale visti i vantaggi di questo strumento: non solo per il lavoratore che ne usufruisce e che può quindi fare la spesa gratis, ma anche per la azienda stessa che ha diritto ad importanti sgravi fiscali. Non a caso oggi in Italia i buoni pasto vengono usati da oltre 2,5 milioni di dipendente.
E si parla soprattutto del settore pubblico, ovvero quello toccato maggiormente dall’ultima modifica dei buoni: si diceva della necessità di rendere i buoni pasto elettronici così da essere maggiormente tracciabili. Come si può vedere dalle notizie su Mmcm.it, Poste Italiane è stata una delle prime aziende ad adeguarsi andando a prevedere la Postepay Lunch, una tipologia di carta prepagata emessa da Poste Italiane appositamente pensata per funzionare come raccoglitore di buoni pasti elettronici.
Nel concreto Postepay Lunch è una carta che può essere richiesta direttamente dal datore di lavoro (non quindi dal dipendente) che dovrà poi, ogni mese, caricare la cifra spettante al singolo dipendente. Un modo per rendere il sistema buoni pasto più efficiente ed in linea con la normativa recente.

 

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