Vairano Patenora – Cambia il giudice e salta il processo a carico di Diego Caputo. Tutto rinviato al prossimo aprile 2021. La formula processuale – il rito abbreviato – scelta permetterà, in caso di condanna, all’imputato di ottenere uno sconto sulla pena. Caputo è ritenuto responsabile dei delitti di estorsione e truffa.
L’inchiesta
L’indagine iniziata nel mese di ottobre 2017, condotta mediante l ‘acquisizione di riscontri documentali, accertamenti bancari e telematici nonché dichiarazioni testimoniali, ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, il quale ha posto in essere diverse condotte truffaldine ed estorsive a partire dall’anno 2014 e fino al mese di febbraio, da cui ha indebitamente tratto un ingiusto profitto quantificato in circa 170.000 euro.
L’indagato, con la falsa promessa d i procurare alla persona offesa un’occupazione lavorati va i n qualità di guardia giurata alle dipendenze dapprima dell’istituto d i vigilanza “Lavoro e Giustizia” e poi della società “Rangers”, millantando rapporti con persone influenti tra cui un presunto giudice e giustificando le continue richieste d i denaro attraverso la necessità di sovvenzionare le suddette società per impellenti spese amministrative e per la frequentazione di più corsi di specializzazione di cui forniva falsi attestati di conseguimento, si procurava inizialmente un ingiusto profitto pari a circa € 45.000,00 con pari danno per l ‘intera famiglia della persona offesa, somma che gli veniva consegnata in diverse tranches ed in denaro contante. Successivamente, mediante ripetute minacce consistite nel prospettare a carico della persona offesa l ‘esistenza di presunti procedimenti penali pendenti a suo carico presso il Tribunale d i Napoli, nonché la comminazione di sanzioni amministrative da parte del Ministero, della Guardia di Finanza, dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, per asserite irregolarità riscontrate nelle procedure relative alle sue ipotetiche assunzioni presso i citati istituti di vigilanza, a fronte delle quali era necessario effettuare.
Copiosi versamenti in denaro per evitare pregiudizi penali, amministrativi ed economici, costringeva la persona offesa – la cui volontà era ormai definitivamente coartata dal le continue minacce subite – a consegnargli la ulteriore complessiva somma di denaro pari a circa euro 130.000,00, sempre in denaro contante, versamenti frazionati nel tempo. Per fare fronte alle continue richieste di denaro avanzate dall’indagato, la vittima si vedeva costretta ad impiegare tutte le risorse finanziarie di cui disponeva la sua intera famiglia, nonché a ricorrere a numerosi prestiti bancari, alla vendita dei gioielli e dell’oro di famiglia ed a richiedere prestiti di denaro ad altri parenti. Particolarmente odiosa e ingannevole risulta la condotta posta in essere dall’indagato per la consumazione dei delitti ad esso contestati. Il predetto, creando appositi account di posta elettronica apparentemente riconducibili ai due istituti di vigilanza di cui sopra e a presunti studi legali romani, inviava alla persona offesa false comunicazioni di convocazione a colloqui di lavoro, falsi contratti di lavoro da sottoscrivere già vistati per la registrazione della Regione Campania, false attestazioni di frequenza di corsi di guardia giurata particolare e continue richieste di denaro, giustificate dalla necessità di anticipare contributi previdenziali in vista di una presunta imminente assunzione, di pagare una presunta polizza assicurativa, di saldare quote di iscrizione al sindacato, nonché quale prezzo di una ipotetica corruzione d i un pubblico funzionario che avrebbe anche fatto conseguire una patenti di guida di categoria superiore, di fatto mai ricevuta, nonché di provvedere all’acquisto della divisa necessaria per esercitare il servizio di vigilanza privata. Queste le accuse mosse dalla Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri della stazione di Vairano Scalo, guidati dal maresciallo Palazzo. L’imputato, Diego Caputo, attualmente completamente libero, attraverso il suo difensore di fiducia – l’avvocato Vincenzo Cortellessa – grida la sua innocenza, respinge ogni accusa, si dice vittima di un equivoco. Si dice certo di poter chiarire nelle sedi opportune la sua posizione, di poter allontanare dalla sua persona ogni ombra. “Il mio assistito – precisa l’avvocato Cortellessa – è scosso ma fiducioso nella giustizia e spera di poter presto chiarire la sua posizione”.