Teano – Impianti rifiuti fuori legge: lo certificano i giudici, ma il comune lo ignora. La diffida di Di Benedetto  

Teano – Con la sentenza del TAR Campania 5440 del 20/11/2019, è stato respinto, quasi un anno fa, il ricorso, presentato dalla ditta esercente l’impianto in oggetto, contro il diniego espresso dalla Provincia di Caserta sull’istanza di A.U.A. per il rinnovo dell’iscrizione nel registro delle imprese che svolgono attività di recupero rifiuti ai sensi dell’art.216 del vigente d.lgs. n.152/2016. Tra le altre cose, il Tribunale ha verificato che i manufatti e le attività autorizzate ed esistenti sono esclusivamente quelli agricoli della Coop. “La Giovane Coltivatrice”, concludendo che qualunque attività diversa da quella originaria, per assenza, sin dall’origine, dei titoli abilitativi, deve essere ritenuta, per ciò che concerne i titoli abilitativi edilizi, abusiva. Inoltre, in più passaggi della medesima sentenza, si evidenzia la presenza presso l’area dell’impianto in oggetto di opere edili abusive.  Nel corso della seduta consiliare dello scorso 25 luglio è stata discussa, dopo più di sette mesi di attesa, l’interpellanza proposta dal sottoscritto tesa a sollecitare l’Ente affinché attuasse le azioni previste dalla legge, dopo mesi di ingiustificabile inerzia, e attivasse le necessarie iniziative politico-amministrative per risolvere definitivamente questo problema. Il Sindaco, nel corso del suo intervento, ci ha sorprendentemente comunicato – parrebbe su imbeccata dell’ingegnere comunale – l’impossibilità a fare alcunché per via del giudizio di appello ancora pendente presso il competente Consiglio di Stato.  Premesso che la predetta giustificazione è radicalmente sbagliata, visto che, in assenza di qualsiasi provvedimento sospensivo, la sentenza del TAR esplicava sin da novembre scorso totalmente i suoi effetti, si coglie l’occasione per ricordare – vista la distrazione generale – che il Consiglio di Stato, con la sentenza n.5191 del 25/08/2020 ha definitivamente respinto l’appello proposto dalla ditta.  Per tale motivo lo scrivente  mette in mora l’ing Passaretti:
1) a voler attivare, con la massima urgenza che la questione richiede, le procedure di propria esclusiva competenza previste dall’articolo 27 del vigente T.U.E., vista la perdurante e inspiegabile inattività;
2) a voler adottare i conseguenti provvedimenti repressivi o sanzionatori, che sino ad oggi non sono stati assunti;
3) a voler comunicare, con estrema urgenza, a questo Gruppo consiliare le Sue iniziative;
Invita e diffida e mette in mora il sindaco e gli assessorei della giunta muncipale affinché:
sollecitino formalmente il dipendente comunale a che proceda secondo legge, con priorità assoluta – oseremmo dire con quella SOMMA URGENZA che già è stata invocata a sproposito – e controllino il tempestivo adempimento dei predetti obblighi;
avviino tutte le iniziative politico-amministrative utili a salvaguardare definitivamente quella porzione di territorio sidicino. Si avverte che, in caso di perdurante inerzia, sarà presentata una specifica denuncia alla competente Autorità Giudiziaria.

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