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Alife – Ricerca mineraria, “Non nel mio cortile”.  La sindrome NIMBY colpisce anche la maggioranza Di Tommaso

Alife – La ricerca mineraria non s’ha da fare, nè domani nè mai. Lo ha stabilito il consiglio comunale di Alife durante una seduta “drammatica” nella quale quasi tutti, a partire dal primo cittadino Maria Luisa Di Tommaso, hanno dimostrato di conoscere poco o niente della materia. Ma tanto contava a poco. Tanto contava solo ribadire un “no”. Tutti contenti, tutti esultano. Il Sindaco Di Tommaso ed il capogruppo Simonelli: “Siamo contrari ad un’attività che contrasta con la conservazione e la tutela del territorio locale e dell’ambiente, atteso che faremo parte del Parco Nazionale del Matese, i cittadini di San Michele vano tutelati e difesi ad ogni costo”.  Tutti vogliono tutto, ma gli effetti poco piacevoli non li vuole nessuno. Tutti vogliono fare case, ma nessuno vuole i cementifici e le cave; tutti vogliono essere connessi, tutti protestiamo al minimo calo di connessione o per la lentezza della navigazione. Tutti pretendiamo la copertura massima del territorio, e tutti siamo pronti ad indignarci quando scopriamo una certa zona senza segnale telefonico. Eppure siamo tutti pronti a protestare quando vediamo sorgere un ripetitore per le telecomunicazioni vicino le nostre abitazioni.  Allo stesso modo siamo tutti pronti a “disgustarci” quando vediamo rifiuti in strada, però siamo tutti pronti a protestare contro qualsiasi progetto per il trattamento dei rifiuti. Insomma, tutti sembriamo vittima del fenomeno conosciuto come NIMBY (Not In My Back Yard, Non nel mio cortile). Una sigla che indica la protesta da parte di membri di una comunità locale contro opere di interesse pubblico sul proprio territorio (ad esempio grandi vie di comunicazione, cave, sviluppi insediativi o industriali, termovalorizzatori, discariche, centrali elettriche e simili), ma che non si opporrebbero alla sua costruzione o spostamento in un altro luogo.  Se la sindrome NIMBY colpisse ogni abitante della Terra diventerebbe di fatto impossibile prendere quei provvedimenti indispensabili a ogni comunità che risulterebbero fastidiosi per la relativa zona coinvolta. Si arriverebbe così al paradosso che pur riconoscendo un impianto come essenziale, o comunque valido, non si riuscirebbe ugualmente a erigerlo.

 

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