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PIEDIMONTE MATESE – Voleva vendere un rene, salvato dal progetto Contrasto alla Povertà

piedimonte matese. Pressato dal bisogno cercava un acquirente per vendere un suo rene. Era disposto a cederlo pur di avere una vita dignitosa, pur di potersi garantire i beni e i servizi necessari per vivere. Eppure la vita di Vincenzo La Motta era, fino a qualche anno fa, normale. Viveva tranquillamente facendo il bidello; precario ma tranquillo perchè ogni anno aveva una sede. Poi arrivò il ministro Gelmini che con la sua riforma tagliò molte speranze negando il futuro a tante famiglie.  La Motta, ora, è stato ammesso dal municipio di Piedimonte Matese, nell’elenco dei beneficiari del progetto contrasto alla povertà. Un’autentica ancora di salvezza, soprattutto morale, per molti cittadini.

Il ringraziamento pubblico
«Iniziativa intrapreso da un uomo con grandi valori civici, di umanità e sopratutto di grande intelligenza. Grazie sindaco per la mano che ci ha teso, in questa epoca dove il popolo sta vivendo con grandi sacrifici». Così Vincenzo La Motta ha voluto lodare l’iniziativa dell’amministrazione piedimonte. Un riungraziamento fatto attraverso i social network.

Il progetto
La giunta comunale rinunciano da sei anni alle indennità, destinandole per il 90% alle attività sociali. Scatta il nuovo piano previsto dal governo  guidato da Vincenzo Cappello.  Oltre duecento famiglie potranno contare su un reddito minimo; in cambio dovranno prestare la propria opera in interventi utili per l’intera collettività. Non sarà quindi un sussidio erogato passivamente ma una vera paga a fronte di un lavoro. L’iniziativa si innesta nell’ambito del piano di zona sociale triennale in applicazione del primo Piano Sociale Regionale 2009 – 2011, relativo alla terza annualità. Il nuovo progetto evidenzia l’attenzione che l’amministrazione comunale del centro Matesino rivolge alle politiche sociali che sono sempre state una priorità per l’amministrazione Cappello. “La nostra amministrazione sin dal 2007 – precisa Cappello – ha voluto rinunciare alle indennità di carica, risorse che destiniamo per il 90% al sociale, laddove si fanno sentire i tagli del Governo, e il resto – conclude il sindaco – per il supporto di iniziative culturali”. Anche per il progetto di contrasto alla povertà, una parte dei fondi necessari saranno quelli provenienti dalla rinuncia alle indennità di carica; rinuncia attuata costantemente dallo stesso Cappello e dai suoi assessori. Nel suo primo mandato, infatti, furono circa 600mila euro i fondi utilizzati per aiutare persone e famiglie in difficoltà. Qualche mese fa, a Milano, proprio per l’impegno nel campo del sociale, al sindaco di Piedimonte Matese venne assegnato il premio “Il Campione”, promosso ormai da dodici anni dall’associazione milanese di volontariato “City Angels” assieme all’Osservatorio giornalistico Mediawatch, e conferito a “campioni” di solidarietà e civismo. Si possono attuare delle buone politiche sociali anche senza perdere di vista il bilancio comunale, infatti il conto consuntivo 2012, del municipio di Piedimonte Matese, è stato chiuso con un attivo poco inferiore al milione di euro.

La storia
La storai Vende un rene per salvare la propria famiglia. Un’abitazione prima ipotecata e poi acquistata all’asta. E’ la disperazione, probabilmente, a spingere Vincenzo La Motta – 50enne – ex collaboratore scolastico precario, trasformato dalla riforma Gelmini da uomo normale in  disperato. L’annuncio, La Motta, lo fa attraverso il social network Facebook. Poche righe nelle quali si coglie bene il drammatico momento che vive il 50enne di Piedimonte Matese.  Per gli eventi recenti della mia vita ho deciso di vendere un rene per continuare a sopravvivere. Ho un rene a disposizione per chi ha bisogno, ma al suo prezzo. Non dimentichiamo, questo è il mondo che abbiamo creato dove i sentimenti sono soffocati dalla grossolanità dell’avere e del potere. Tutto il resto è illusione ed apparenza.

Disagio diffuso
La Motta rappresenta un disagio sociale diffuso -precisa VIncenzo Cappello – in tutta la nostra Nazione, generato da continui errori nella gestione della cosa pubblica. Noi comuni vediamo le risorse destinate alle politiche sociali sempre più ridotte. Per questo abbiamo scelto di rinunciare alle nostre indennità per poter utilizzare parte di quei fondi a beneficio dei più deboli. Piedimonte Matese sa ancora essere generoso con chi attraversa momenti difficili. Questo accadeva qualche tempo fa, ora, con il progetto adottato dal municipio piedimonte, sembra aprirsi uno spiraglio di speranza per il futuro di La Motta e di altre famiglie.

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