Pignataro Maggiore (di Bartolo Mercone) – Per anni i numeri della raccolta differenziata sono stati oggetto di ogni forma di tortura. I tasti dello zero e della virgola sono stati traumatizzati sulla tastiera. E poi all’improvviso la percentuale della raccolta differenziata non ha fatto più notizia. Gli ultimi dati disponibili sono relativi al 2018 e non sono per nulla soddisfacenti. Il 55% è la percentuale di Rd a Pignataro, leggermente inferiore a quella del 2017. Dopo 12 anni di gestione in house della raccolta dei rifiuti, con il metodo “porta a porta” le aspettative erano sicuramente migliori, e la percentuale attesa di raccolta differenziata dichiarata nei buoni propositi da campagna elettorale doveva superare l’85%. Siamo lontani dal raggiungere queste percentuali che ci avvicinerebbero a quelle dei comuni “ricicloni”, in compenso sicuramente nella prossima campagna elettorale verrà riciclata la promessa di alzare la percentuale del rifiuto differenziato sopra l’80%. Nonostante l’intransigenza più volta promessa nei confronti degli incivili, sono rimasti quasi tutti ignoti e sconosciuti agli occhi delle fototrappole. Il risultato dell’invisibilità degli incivili è un territorio devastato da tante microdiscariche e l’aria compromessa dai roghi di rifiuti impuniti. Sono civili le istituzioni che non riescono a porre in essere azioni di contrasto all’inciviltà? La domanda non è per nulla retorica. Da quattro anni promettono che la Patrimonio uscirà dalla stato di liquidazione, speriamo che la promessa del quinto anno finalmente si realizzerà. In attesa di conoscere il piano industriale, sarebbe auspicabile che la municipalizzata, dopo 12 anni di attività, si dotasse di una carta dei servizi e di un sistema di valutazione indipendente. In un contesto sociale privo di corpi intermedi, l’unico punto di vista non può essere quello dell’acquaiolo. Per quanto fastidioso possa essere del controllo dell’opinione pubblica, in democrazia non se ne può fare a meno, ce lo ha insegnato Tocqueville.
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