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Ferdinando Brunetti

Bellona / Capua / Vitulazio – Schiacciato nella Grimaldi, la comunità piange l’operaio musicista. I numeri della strage

Bellona / Capua / Vitulazio – Aveva la passione per la musica, suonava il basso. Era molto bravo, talentuoso. Un attimo e ogni suo sogno è stato stroncato. Ferdinando Brunetti 39enne di Bellona è morto questa mattina, tragicamente, mentre era al lavoro.  Lascia la moglie incinta e un figlio piccolo. Ennesima tragedia sul lavoro. Una strage che non conosce sosta. Doveva essere una giornata di lavoro come tante altre, poi il ritorno a casa da sua moglie e suo figlio. La fatalità, invece, ha deciso che Ferdinando Brunetti non tornerà mai più dalla sua famiglia. E’ morto questa mattina, 07 agosto 2020, schiacciato da una macchina operatrice all’interno dell’azienda Grimaldi di Capua. Ferdinando aveva appena 39 anni. Sul posto sono accorsi i medici del 118 e i carabinieri della compagnia di Capua che ora, unitamente ai tecnidi dell’Asl e dell’Ispettorato del lavoro, indagano sulla tragedia per individuare eventuali responsabilità. Appena la notizia si è diffusa in paese l’intera comunità di Bellona si è stretta intorno alla famiglia Brunetti. La tragedia colpisce anche la comunità di Vitulazio dove vive ancora il padre – Antonio – e dove vivono altri parenti di Ferdinando.

I numeri della strage
Solo a gennaio ben 52 persone hanno perso la vita in incidenti sul lavoro, otto in più rispetto alle 44 registrate nel primo mese del 2019 (+18,2%). Sono aumentate soprattutto le denunce di incidenti mortali avvenuti in itinere (da 13 a 19), mentre quelle per infortuni in occasione di lavoro sono passati da 31 a 33.
Si muore più nel Nord Est (si è passati da 9 a 14 casi mortali), poi al Centro (da 9 a 12) , un po’ meno al Sud (da 8 a 9) e nelle Isole (da 4 a 5). Calano, invece, gli infortuni sul lavoro: a gennaio siamo a 46.483, il 3% in meno rispetto al gennaio 2019.
A livello nazionale i dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno evidenziano per il primo mese del 2020 un incremento rispetto al gennaio 2019 sia dei casi avvenuti sul posto di lavoro, che sono passati da 31 a 33, sia di quelli avvenuti nel tragitto casa lavoro, aumentati da 13 a 19.
Gli incidenti mortali hanno toccato un po’ tutti i settori: industria e servizi (da 39 a 43 denunce), agricoltura (da 5 a 7) e conto Stato (da 0 a 2). In gennaio è avvenuto anche il primo incidente stradale plurimo, in cui hanno perso la vita due lavoratori.
Nello stesso mese dello scorso anno, invece, non si erano verificati incidenti che hanno coinvolto più persone. Gli incidenti mortali tra gennaio 2019 e il gennaio 2020 hanno riguardato più uomini. I casi mortali sono passati da 42 a 49. Meno coinvolte le donne, da 2 a 3.
Salgono le denunce dei lavoratori italiani (da 29 a 43), mentre le morti di cittadini comunitari sono stati cinque in entrambi i periodi e quelli dei lavoratori extracomunitari sono diminuiti da 10 a 4. Ma il dramma delle morti sul lavoro non fa particolarmente notizia. Poco importa la mancanza di verifiche tecniche nella costruzione e nella manutenzione delle infrastrutture, la scarsa adozione di misure collettive, ma anche individuali, di protezione, la carenza di ispezioni e controlli nei luoghi di lavoro.
Per quanto riguarda invece le denunce di infortunio, i dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 41.475 a 40.712 (-1,8%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un calo pari al 10,3%, da 6.433 a 5.771.
Il calo di denunce di infortunio, a livello geografico, ha riguardato in modo sostanzialmente uniforme tutto il Paese. Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano il Molise, la Sardegna e la Valle d’Aosta, mentre gli incrementi sono circoscritti a poche regioni, prime fra tutte Puglia, Campania e Friuli Venezia Giulia.
La diminuzione ha interessato sia gli uomini che le donne e praticamente tutte le fasce d’età, ad eccezione di quella degli under 20, che registra un +4,2%. E ha interessato solo i lavoratori italiani (-4,0%), mentre quelli comunitari ed extracomunitari hanno presentato incrementi pari, rispettivamente, al +8,0% e +1,0%.

 

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