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Roccamonfina – Castagna, presentata la domanda di riconoscimento dell’IGP di Roccamonfina. Montefusco: è vitale

Roccamonfina – “Penso che sia di vitale importanza il riconoscimento del marchio IGP alla nostra castagna. Vitale! Proprio perché è ridotto il raccolto, è importante che con questo marchio le nostre castagne entrino segnalate come eccellenza sui mercati nazionali ed internazionali. Sarà questa denominazione che le difenderà dalla globalizzazione che ha investito anche il sistema agroalimentare. La castagna di Roccamonfina dovrà subito essere identificata come un prodotto di altissima qualità. L’Igp farà saltare subito all’occhio del consumatore l’informazione sull’origine geografica, il territorio di produzione, il vulcano di Roccamonfina, e la conseguente qualità del prodotto. Dobbiamo adottare urgentemente una politica della differenziazione dell’offerta, per tutelare produttori e coltivatori locali, offrendo loro anche un grande strumento di marketing. Non c è tempo da perdere”. Sono le parole del sindaco Carlo Montefusco subito dopo aver appreso la notizia dell’avvenuta presentazione, presso la sede dell’Assessorato agricoltura della Regione Campania, la domanda di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta “Castagna di Roccamonfina”. La stessa documentazione è stata contestualmente inviata al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per l’avvio dell’iter istruttorio di riconoscimento su base nazionale epoi comunitario. La denominazione di cui si chiede la registrazione da parte dell’Unione Europea è riferita ai frutti, freschi ed essiccati, appartenenti alle principali cultivar coltivate nel territorio indicato nel disciplinare di produzione, costituito da otto Comuni dell’area del Parco di Roccamonfina e del Monte S. Croce. Le cultivar sono: Tempestiva (o Primitiva), Napoletana (o Riccia), Paccuta, Lucente (o Lucida) e Mercogliana (o Marrone). La castanicoltura dell’area IGP è stimata in circa 3.700 ettari, quasi tutti destinati alla produzione dei frutti, pari a circa il 25% della SAU totale (con punte anche del 60%), rappresentando, nella maggior parte del territorio la principale coltivazione. La produzione media annua, fino al 2010 (in epoca pre-cinipide) era di circa 8.500 tonnellate, mentre negli ultimi anni, in piena emergenza fitosanitaria, gli esperti hanno stimato una produzione non superiore alle 2000 t per anno. Le disastrose annate produttive degli ultimi 7-8 anni, nonostante alcuni interventi, sia di carattere tecnico (contrasto biologico al cinipide) che legislativo, promossi dalle autorità nazionali e regionali, determinano il prolungamento della congiuntura negativa per il comparto. Molte speranze sono affidate alla nuova programmazione dello sviluppo rurale 2021-2027 per una riconsiderazione complessiva del comparto castanicolo, attraverso scelte che premino non solo i tradizionali investimenti aziendali ma anche politiche orientate fortemente allo sviluppo, alla cooperazione e all’innovazione. La costituzione dei Gruppi Operativi e del Distretto sul Castagno sono interventi che vanno già in questa direzione e occorre consolidarli. Pur in una situazione critica, come quella che si sta attraversando, occorre investire per il futuro e il futuro per il comparto nell’area interessata deve comprendere anche una forte azione di valorizzazione e promozione del prodotto. Il marchio IGP può servire non solo a tutelare e valorizzare un prodotto di eccellenza come la Castagna di Roccamonfina, ma anche a contribuire al rilancio di un territorio di grande pregio turistico, paesaggistico ed ambientale.

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