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Presenzano – Centrale elettrica, Rivezzi scrive all’Istituto Superiore della Sanità per la VIS, la risposta è “bruciante”

Presenzano – Il professionista “assunto” dal municipio di Presenzano – con una spesa di 5mila euro a carico delle casse comunali – per contrastare la realizzazione del progetto della nuova centrale elettrica, voluta da Edison, ha scritto all’istituto Superiore della Sanità. Chiedeva, lo scorso febbraio 2020, di sottoporre l’impianto alla Valutazione Impatto Sanitario. La risposta dell’Istituto Superiore di Sanità è stata chiara: “Questo Istituto non ha ruolo nella fase di valutazione dell’assoggettabilità di un progetto a VIA che è di unica competenza del Ministero dell’Ambiente. L’Istituto rimane a disposizione per ulteriori valutazioni qualora gli enti competenti dovessero rivalutare l’opportunità di sottoporre a VIA e VIS l’impianto in oggetto”.
Dal tenore della risposta fornita dall’Istituto Superiore di Sanità, con la firma di Riccardo Crebelli (direttore del dipartimento Ambiente e Salute) non è difficile ipotizzare che Rivezzi ha attuato un tentativo vano, ha “sparato” un colpo a salve. Lo spiega chiaramente Crebelli nella sua risposta al professionista napoletano: “… La valutazione di impatto sanitario (VIS) è stata inizialmente introdotta all’articolo 9 della legge 28 dicembre 2015 n. 221. per “i progetti riguardanti le centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 MW, nonché impianti di raffinazione, gassificazione e liquefazione”. Questa norma e stala riconfermata con il decreto n. 104 del 16 giugno 2017 che recepisce la Direttiva 2014/52/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale (VIA). Questo Istituto, come predisposto dal citato decreto, ha redatto le linee guida per condurre gli studi VIS per questa tipologia di impianti, qualora questi siano sottoposti a VIA. Nel caso in oggetto il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare, nella fase di verifica di assoggettabilità, ha dichiaralo che il progetto di Edison Spa che riguarda una variazione impiantistica, non dovesse essere sottoposto a VIA. Ne consegue che lo studio di VIS non era più obbligatorio per il Gestore”.

 

 

 

 

 

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