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Scuola – La scuola che vince! Il decreto stabilirà solo i termini tecnici che saranno utili per la chiusura dell’anno scolastico e che regolamenteranno gli esami: il resto lo farà la scuola

Scuola (di Stefania Modestino) – La domanda  che sembra ossessivamente ripetersi è “ quali saranno i voti?” “Tutti promossi?” Gli esami di maturità come si svolgeranno?   Le prove saranno scritte o solo orali?   Esame light significa non serve studiare? Questa è la scuola che perde e con essa perdono i ragazzi che la abitano  e per i quali, e solo in funzione dei quali ,la scuola ha ragione di esistere. Infatti la mia riflessione prescinde dalle decisioni del decreto, imminente o meno che sia, poiché nessun decreto può attraversare o lambire quel significato intrinseco ed intenso che la scuola ha. Ma nella scuola di Atene era forse preoccupazione di Aristotele la valutazione o l’ emissione di un decreto? No certamente… nessuna legge sostituisce o può modificare il paradigma etico da cui si origina la vera scuola. Non mi dedicherò agli esercizi di previsione di quanto detterà il decreto poiché mai esso potrà entrare in ciò che è la scuola..quella scuola che vince!
Infatti, al di là di ogni barocchismo legislativo che-con tutto il rispetto- per troppi decenni è stato frutto di emanazioni di chi la scuola non la conosce affatto, ciò che deve interessare agli studenti ed ai loro genitori è quanto e come la scuola possa promuovere quel meraviglioso processo che è la conoscenza e con essa la formazione. In questa ottica possiamo soffermarci anche sulla didattica a distanza che ha visto una scuola di avanguardia che ha saputo rispondere immediatamente alle istanze educative, sociali e psicologiche di studenti e famiglie.
Ma quale didattica ?  Che caratteristiche deve avere e a cosa deve fare attenzione?
Certamente non l’assegno inviato sul registro elettronico o su watshapp che-in taluni casi- ha deluso i ragazzi e gli ha fatto sentire tutta l’inadeguatezza di una realtà – cosa gravissima- lontana da loro. In pochissimi casi è stato purtroppo così. Ma ci sono state invece realtà che subito hanno saputo dare una risposta quasi come se avessero comunicato ai ragazzi “Noi ci siamo e il nostro centro di interesse siete voi..la scuola è vostra e vi deve sempre appartenere..in ogni modo e con ogni mezzo”
Ecco quindi la scuola che vince! Attraverso la didattica a distanza ha saputo ricreare lo stesso clima che c’era a scuola e ha rappresentato, in questa emergenza, la continuità per i ragazzi che hanno potuto conservare una sorta di normalità incontrando i compagni nella classe in streaming. Il primo aspetto che va considerato è questo. Avere un orario da rispettare, essere impegnati per fare compiti e mantenere  contatto e confronto con i compagni, nella situazione emergenziale si è venuta a costituire una nuova normalità. Altro aspetto, strettamente connesso al primo, è stata la risposta al bisogno di riconoscimento che,come osserva Kurt Lewin, è quel bisogno che sveglia la motivazione e determina nella mente una condizione dinamica tra la situazione attuale, in cui ci si trova, e la soddisfazione delle necessità psicologiche ovvero ,in primis, la necessità di essere riconosciuti o di ottenere riconoscimento. Ed ecco che poi naturalmente viene a determinarsi il campo in cui si vuole essere riconosciuti: entra così in ballo la dinamica dei ruoli sociali che si genera a scuola e che determina campi affettivi come l’ amicizia e campi sociali in cui il ruolo è strettamente connesso al mettersi in gioco nel percorso della conoscenza. Nella lezione in videoconferenza, nelle varie interazioni, certamente i ragazzi hanno, inconsapevolmente, ritrovato il loro comportamento nella prospettiva di totalità rappresentata dalla classe.
La scuola che vince è sicuramente il luogo,anche quando è un non luogo fisicamente inteso,che riesce a determinare queste condizioni necessarie alla serenità dei ragazzi che si sono sentiti centrali nella tensione educativa che ha spinto le scuole ad organizzare immediatamente la didattica a distanza e che non hanno lasciato mai i ragazzi senza la loro dimensione di appartenenza ad un sistema che li garantisce e li educa.
Sul sito del Ministero (https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html) è possibile trovare molte delle indicazioni per le modalità della didattica a distanza anche le più inclusive che prevedono il superamento di ostacoli come il sentire o il vedere… ma tutto è nella volontà di una classe docente che oramai deve comprendere- nella sua totalità- che essere all’avanguardia non è una scelta bensì un obbligo.
C’è chi –come me- è stato fortunato a lavorare in un contesto teso all’innovazione , ma per onestà concettuale devo anche dire che ho ricevuto moltissime richieste di aiuto da ragazzi i cui docenti non hanno saputo cogliere questa sfida e sono rimasti confinati nell’obsolescenza. Allora tutti insieme dobbiamo pensare ad una scuola che vince e può vincere solo se sa rispondere a tutte le istanze educative.L’emergenza da Covid 19 è stata- a mio parare- anche un’occasione per riflettere sulle opportunità che la tecnologia riesce a dare… e non crediate che si trascuri la formazione classica e umanistica…sulle mie lavagne multimediali potete trovare tutte le spiegazioni della morfologia latina o della letteratura, degli autori o le analisi dei testi…la scuola che vince è quella che sa contestualizzarsi oggi e proiettarsi nel domani e che, assolutamente, ha al proprio centro quale fulcro del proprio esser-ci lo studente che sia bambino o adolescente…questa è la scuola che vince solo se vinci tu …giovane studente!!

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