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Teano / Arce / Cassino – Omicidio Mollicone, Serena ha bisogno di giustizia, non di spettacolarizzazione

Teano / Arce / Cassino – Tutti vogliono giustizia per la giovanissima Serena Mollicone. Tutti vogliono far chiarezza sull’omicidio che da circa venti anni non trova risposte. Su questi aspetti non vi sono dubbi. I dubbi, invece, affiorano quando si vogliono trovare colpevoli ad ogni costo, e quando si tenta di spettacolarizzare la giustizia. E il caso di Serena Mollicone, senza dubbio, è diventato fortemente mediatico. Il rischio è che si possa aggiungere all’ingiustizia (quella che da circa venti anni non riesce a trovare l’assassino della giovane studentessa di Arce) altra ingiustizia condannando degli innocenti. E già una volta, nel caso Mollicone, un innocente – il carrozziere Carmien Belli – venne arrestato ingiustamente. Stamattina, in concomitanza di un importante appuntamento in tribunale, un corteo silenzioso e pacifico (ci mancherebbe altro) è sfilato per le vie del centro di Cassino fino a raggiungere la panchina rossa situata proprio nei pressi del Tribunale.
Perché proprio oggi?
Forse perché era in svolgimento una nuova udienza del dibattimento preliminare nell’ambito del quale il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio oppure no gli imputati?
Quindi il corteo voleva portare pressione ai giudici?
Per gli organizzatori la manifestazione voleva essere un sostegno morale ed affettivo alla famiglia Mollicone. Non hanno difficoltà ad ammettere che “….  in prima linea per tenere alta l’attenzione mediatica sul processo…”.
Mentre in strada si sfilava nell’aula del tribunale c’è stata la replica del magistrato Maria Beatrice Siravo in merito ad alcune eccezioni presentate dalle difesa degli indagati. Il processo è stato aggiornato al 26 febbraio e sono state calendarizzare altre due udienze in programma per il 13 e il 20 marzo. Presenti alcuni imputati fra cui Franco Mottola, di Teano, ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, accusato unitamente alla moglie Annamaria ed al figlio Marco di omicidio volontario, il luogotenente Vincenzo Quatrale accusato di concorso morale esterno in omicidio e istigazione al suicidio a carico del brigadiere Santino Tuzi e l’appuntato Francesco Suprano accusato di favoreggiamento.

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