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ORTA DI ATELLA / CASERTA – Denuncia l’amante dopo notte di passione e lo accusa di rapina, ma è una bugia: assolta. E’ incapace di intendere e volere

ORTA DI ATELLA / CASERTA – Denuncia l’amante dopo notte di passione. Aveva speso tutti i soldi per pagare l’albergo nel quale erano stati. Tornata a casa, invece, disse di essere stata rapinata. E indicò l’amante come l’autore della rapina. La rapina non avvenne affatto e per questa ragione la donna e il suo marito sono finiti sotto processo per calunnia. Dopo un lungo processo il giudice, supportato da una perizia tecnica, ha scagionato la donna perché incapace di intendere e di volere. Il suo compagno è stato assolto per non aver commesso il fatto. Il giudice, in sostanza, ha accolto le tesi difensive dell’avvocato Ida Lanzone.

I fatti
Spende 100 euro per pagare l’albergo nel quale trascorrere alcune ore con l’amante segreto. Al compagno, però, dice di essere stata rapinata. Sporge denuncia contro il suo amante ed effettua anche il riconoscimento fotografico. Il malcapitato viene arrestato. L’uomo spiega tutto al giudice che gli crede e lo scarcera.  Le successive indagini dei carabinieri portano all’arresto della donna e del suo compagno che ora sono sotto processo. 
La storia:
I Carabinieri di Aversa arrestarono Luongo Bartolomeo e D’Agostino Laura di Orta di Atella perché accusati di calunnia ed estorsione in danno di Tessitore Antimo, trentanovenne, parcheggiatore abusivo di Aversa. La vicenda e’ del tutto singolare. Ad essere tratto in arresto in un primo momento, lo scorso  26 giugno era stato il Tessitore con l’accusa di rapina in danno della trentenne D’Agostino Laura. Vivo era lo stupore dell’uomo, tradotto presso il carcere di Poggioreale, quando apprendeva dal GIP la natura dell’accusa e soprattutto, l’identità della persona offesa.
Il Tessitore spiegava, allora, al GIP che lo interrogava di avere una relazione clandestina con la donna da molti anni e che la somma di cento euro di cui veniva accusato di essersi appropriato a seguito della rapina era stata dalla donna volontariamente spesa per pagare l’albergo di Parete in cui si erano piacevolmente intrattenuti.
Probabilmente la donna per giustificare l’ammanco al quarantaquattrenne compagno si inventava la rapina, anche se agli investigatori dichiarerà’ di essere stata costretta dal compagno a sporgere denuncia.
Il GIP del Tribunale di Napoli Nord concedeva al Tessitore l’obbligo di presentazione alla P. G. ed è’ così che mentre l’uomo si trovava in caserma dai Carabinieri di Aversa, per la relativa firma,  riceveva dalla coppia di Orta d’Atella diverse telefonate che faceva ascoltare ai militari, mettendo il telefono in viva voce. In dette telefonate, i due gli intimavano con tono minaccioso di consegnare la somma di cento euro e solo così la donna avrebbe ritirato la denuncia. Raggiunto l’accordo la D’Agostino si recava insieme al compagno presso i Carabinieri di Aversa dove la donna ritirava la denuncia nei confronti del Tessitore (che in precedenza aveva anche fotograficamente riconosciuto unitamente al compagno quale autore della presunta rapina) dicendo di essersi sbagliata. A quel punto i Carabinieri di Aversa traevano in arresto i due.

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