Piana di Monte Verna – “L’appezzamento di terreno in questione ha larghezza media di 30 metri; un ristorante, una sala eventi, un’area benessere, un parco giardino ed a questo punto almeno un parcheggio dovranno essere realizzati, come sarà possibile realizzare tutto con una superficie così ridotta?” è questo il dubbio più forte espresso dal consigliere comunale Mongillo in merita alla realizzazione del progetto.
Per il prossimo 20 gennaio 2020 è stata fissata la riunione della conferenza dei servizi, la seduta si terrà presso il Comune di Piana di Monte Verna. Si discuterà di un progetto per la realizzazione di un complesso turistico ricettivo da edificare in un terreno, in località Starza / Mesorinolo, classificato come zona “non mappata”. Tenuto conto che il progetto include la realizzazione di una zona destinata ad eventi, di un ristorante, di un area benessere con parco all’aperto e che la Società che intende realizzare l’opera si impegna a sostituire, a proprie spese, 84 punti luce presenti sull’impianto di pubblica illuminazione con altrettante lampade a led, inoltre per la gestione della struttura ricettivo turistica sarebbero assunte 17 unità a tempo indeterminato e 50 unità con contratto intermittente, l’amministrazione ben ha pensato di accogliere la richiesta della Società per l’attivazione della procedura prevista dal D. P. R. 160/2010. Nello specifico per poter consentire la realizzazione del progetto proposto è prioritariamente necessario procedere ad una variante al Piano Regolatore vigente prevedendosi la trasformazione della destinazione dei lotti in questione da zona “non mappata” a zona “D”. L’argomento è stato tra i primissimi atti portati in Consiglio comunale dal Sindaco con notifica della convocazione fatta in data 24.06.2019 e celebrazione della seduta avvenuta in data 27.06.2019, quindi con pochissimi giorni utili per studiare ed approfondire l’ordine del giorno molto complesso. Tenuto conto di quanto esposto fin ora, Andrea Mongillo, Consigliere comunale a Piana di Monte Verna (CE), precisa che “pur essendo senza dubbio favorevole a creare le condizioni per portare sviluppo socio/economico ed occupazionale nel paese dell’alto casertano pone l’accento su dei punti poco chiari della vicenda, già esposti in Consiglio comunale durante la discussione della delibera di consiglio n. 37 del 27.06.2019 e pubblicata sull’albo pretorio con numero di pubblicazione 618 del 10.07.2019. Il Consigliere fa notare che la struttura sarà costruita su terreni di fascia “B” interessati più volte da esondazioni del fiume Volturno e secondo le norme di attuazione dell’Autorità di Bacino fiumi LIRI-GARIGLIANO e VOLTURNO in fascia “B”sono VIETATI:
- a) qualunque tipo di edificazione
- b) interventi o strutture.
Peraltro le numerose esondazioni fluviali (in media una ogni 17 anni) più volte hanno raggiunto ed oltrepassato la strada provinciale Piana di Monte Verna – Castelcampagnano, il terreno in questione è posto ad un livello medio inferiore alla succitata strada provinciale di circa (-150 cm.), dunque, in caso, di esondazioni resta completamente allagato. Inoltre, concedendo varianti al Piano Regolatore Generale vengono elusi tutti gli standard urbanistici con il risultato di avere uno sviluppo urbanistico disordinato ed avere una urbanizzazione selvaggia del territorio, per nulla armonica con gli standard urbanistici. Secondo Mongillo questo argomento andava affrontato con maggiore attenzione, magari, consultando, durante la seduta consiliare, l’Architetto ed Urbanista Felice Iodice, in qualità di relatore del Piano Regolatore Generale di Piana di Monte Verna (CE) e tecnico incaricato ad espletare l’iter burocratico finalizzato alla approvazione del PIANO URBANISTICO COMUNALE (attualmente in corso). Mongillo ricorda che in passato altre imprese hanno promesso la realizzazione di realtà produttive che dovevano garantire lavoro stabile ad abitanti di Piana di M. V., ma alla fine il tutto si è risolto con la realizzazione di capannoni industriali che hanno consumato in modo irreparabile il suolo e non hanno mantenuto le promesse occupazionali fatte ante progettazione. Secondo Mongillo non è un caso che i capannoni fantasma di cui si parla sono ubicati sul versante nord della collina Mesorinolo e la struttura ricettivo turistica dovrebbe sorgere a sud di detta collina, inoltre tempo addietro nei paraggi si era pensata la realizzazione di un impianto di compostaggio, sorge il dubbio che dietro tutto ciò ci sia una sola mente e varie braccia operative. Mongillo, inoltre è stupito dal fatto che il progetto discusso in modo immediato appena dopo l’insediamento della nuova amministrazione è pochissimo pubblicizzato anche se secondo il gruppo di maggioranza di importanza strategica e di grande valorizzazione del territorio pianese e delle sue risorse umane; Mongillo si chiede perché pubblicizzare con enfasi teatrini con burattini ed eventi ludici e di aggregazione e non dare massima diffusione ad un progetto che garantirebbe effetti positivi per la comunità come la ricaduta economica ed occupazionale positiva ed il risparmio energetico dell’Ente, dovuto a lavori di miglioria dell’impianto di pubblica illuminazione offerto dalla Società interessata alla realizzazione del polo.
Cosa cela questo silenzio?
Mongillo chiude affermando che ha provveduto ad inoltrare una sua nota agli Enti pubblici preposti al controllo del territorio e ribadisce che tali progetti, a suo avviso, vanno realizzati in aree sicure ed al riparo da esondazioni, anche perché come già accaduto in passato, piogge eccezionali possono provocare esondazioni del fiume Volturno e nel caso di realizzazione della struttura si espongono le persone e gli immobili a forti rischi; la storia Italiana è piena di eventi catastrofici legati al dissesto idrogeologico, dunque sta agli amministratori locali agire per garantire la pubblica incolumità ed uno sviluppo economico compatibile con il territorio. Concludendo, Mongillo si chiede:
Una società a responsabilità limitata con un capitale sociale di Euro 60.000,00 riuscirà a garantire quanto promesso?
Sono stati verificati i titoli che attestano la proprietà del terreno?
L’appezzamento di terreno in questione ha larghezza media di 30 metri; un ristorante, una sala eventi, un’area benessere, un parco giardino ed a questo punto almeno un parcheggio dovranno essere realizzati, come sarà possibile realizzare tutto con una superficie così ridotta?
Poco distanti insistono realtà produttive pianesi all’avanguardia (allevamenti bovini, caseificio ed allevamenti bufalini) saranno poi compatibili con una struttura del genere?
Alla luce dell’importanza dell’argomento e visto che lo stesso è stato discusso a giugno scorso, non era meglio rendere partecipe l’opinione pubblica discutendone con rappresentanze di cittadini ed associazioni del territorio?