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Vairano Patenora – Associazione Camorristica, un pentito accusa Bianco: vicino al clan dei Casalesi

Vairano Patenora – Un pentito della Camorra accusa diverse persone, fra loro anche un 26enne di Marzanello, frazione del comune di Vairano Patenora, di essere vicini al clan dei Casalesi. Secondo il pentito, Aldo Bianco avrebbe avuto rapporti con il pericolosissimo clan dei Casalesi. E’ accusato “…del delitto di cui all’art. 416 bis – I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, c.p. per aver partecipato, in concorso tra loro e con altri allo stato non identificati, ad una associazione di tipo mafioso denominata “clan dei Casalesi”, promossa, diretta ed organizzata, prima, da BARDELL1NO Antonio, poi da Francesco SCHIAVONE di Nicola,  Francesco BIDOGNETTI,  da IOVINE Mario e da DE FALCO Vincenzo, successivamente da SCHIAVONE Nicola e SCHIAVONE di Carmine e dai loro familiari, e, in ultimo, promossa ed organizzata da ORABONA Salvatore, operante in Aversa e Trentola Ducenta, nonché sull’intera area della provincia di Caserta ed altrove, avvalendosi della forma di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per la realizzazione degli scopi del clan….”.
Sono 49 complessivamente gli indagati nell’inchiesta della Dda che stamattina ha portato all’arresto di 17 persone (due invece risultano irreperibili). Nel lungo elenco delle persone iscritte nel registro degli inquisiti figurano anche il figlio di Francesco Schiavone Sandokan, Ivanohoe, ed un poliziotto, Giuseppe Misterli, in servizio presso il commissariato di Giugliano in Campania.
Tre i filoni d’indagine, con un unico filo conduttore, finiti nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare redatta dal gip Pietro Carola del tribunale di Napoli. Il primo riguarda le nuove leve del clan Schiavone e la ripresa delle attività estorsive, la maggior parte delle quali nei canonici periodi di Natale e Ferragosto, ai danni delle attività commerciali ed imprenditoriali dell’agro aversano, tra Aversa, Trentola Ducenta e Lusciano. Tra le richieste di pizzo anche quella da 60mila euro posta in essere da Salvatore Orabona, oggi collaboratore di giustizia, ai danni di un imprenditore edile. L’altro filone d’indagine, invece, riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti, tra le province di Caserta (A Trentola Ducenta, San Marcellino e Parete) e Napoli, con i rifornimenti di droga – marijuana, cocaina ed hashish – che arrivavano dall’albania. Ed albanesi erano anche gli sfruttatori di alcune prostitute tra Maddaloni, Qualiano ed in provincia di Napoli.

I NOMI DEGLI INDAGATI:
Nicola Abate, 38 anni di Trentola Ducenta; Gerardo Antonelli, 46 anni di San Marcellino; Aldo Bianco, 26 anni di Vairano Patenora; Giuseppe Bove, 56 anni di Trentola Ducenta; Armando Casanova, 38 anni di Trentola Ducenta;  Michele D’Angelo, 21 anni di Trentola Ducenta; Antonio Davide, 42 anni di Giugliano; Gaetano De Biase, 52 anni di Aversa; Claudio De Marco, 48 anni di San Marcellino; Giuseppe Diana, 60 anni di Casal di Principe; Pasquale Fabozzi, 32 anni di San Marcellino; Pietro Falcone, 39 anni di Trentola Ducenta; Maurizio Benito Falcone, 27 anni di Trentola Ducenta; Flora Fruggiero, 42 anni di Giugliano; Antonio Manna, 44 anni di Melito; Giovanni Manna, 39 anni di Afragola; Alessandro Marino, 34 anni di Bacoli; Renata Marino, 27 anni di Bacoli; Salvatore Marino, 25 anni di Trentola Ducenta; Salvatore Masiello, 54 anni di Parete; Giuseppe Misterli, 42 anni di Giugliano; il pentito Salvatore Orabona insieme all’altro collaboratore Giosuè Palmiero, Romeo Pellegrino, 59 anni di Trentola Ducenta; Anna Pone, 47 anni di Giugliano; Raffaele Santoro, 34 anni di Trentola Ducenta; Ivanhoe Schiavone, 31 anni di Casal di Principe; Antimo Scuotto, 43 anni din San Marcellino; Emanuele Verde, 27 anni di Trentola Ducenta.

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