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TEANO – Seminario vescovile, Convegno sul fine vita: pro vita pro amore

TEANO (di Nicolina Moretta) – Stamattina al Convegno di ‘fine vita’, voluto dal Vescovo Giacomo Cirulli e dalla sezione diocesana dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, è emerso il rispetto che si deve verso la vita dall’alba al tramonto. Nella sala del Seminario vescovile, ha porto i saluti iniziali il medico Anna Celentano, che ha parlato della sacralità della vita. Il Vescovo Cirulli ha parlatobdell’attualità del tema che non è semplice d’affrontare ed è una problematica delicata. I relatori, prevalentemente medici, compreso il Vescovo, hanno affrontato la problematica in tutti i suoi aspetti: medico, giuridico e umanistico. Lo stesso pubblico era composto in larga parte dai medici
del territorio, sacerdoti e giovani. Il sindaco di Teano, Alfredo D’Andrea, ha rilevato la sensibilità dei giovani alla questione. Don Stefano Vannoni, ha ricordato che il sacerdote cerca di far comprendere meglio ai credenti la dignità umana nel fine vita. Mario Ascolese ha precisato che
bisogna conoscere appieno le problematiche che riguardano la professione del medico, per poi saperle gestire e ha ricordato che il nostro Vescovo per il suo impegno verso i più deboli è stato
nominato ‘Cappellano di Sua Santità’. Giuseppe Battimelli, vice presidente nazionale “Amici per il sud Italia”, ha evidenziato il concetto di dignità della vita come viene comunemente inteso. Ha
considerato che non si deve attuare l’accanimento e nemmeno l’eutanasia. Luigi Ievoli, medico anestesista, ha parlato delle cure palliative e dell’assistenza totale per il raggiungimento delle migliori condizioni di vita possibile. La giovane Chiara Marchini, praticante avvocato, si è rifatta al caso di Eluana Englaro, trattandolo sia dal punto di vista giuridico che umano, affermando:”C’è un diritto alla vita che va garantito, non c’è un diritto alla morte. La dignità di un uomo non equivale a una libertà illimitata.” Aldo Bova, presidente nazionale del Forum delle associazioni socio–sanitarie, ha così esposto: ”La cultura dell’amore per il tramonto della vita. La protezione della vita
dal suo sorgere al suo tramonto e le disuguaglianze dovute alle condizioni sociali e culturali, tra poveri e ricchi, tra Sud e Nord. I media presentano le tappe verso l’eutanasia e il suicidio assistito come un’emancipazione sociale. Si va verso una cultura della morte invece che pro vita e pro
amore.” Ha concluso padre Edmund Kowalski, professore di antropologia filosofica su inizio e fine vita, dell’Accademia Alfonsiana di Roma, trattando il tema dell’umanizzazione della morte e dell’etica di accompagnamento del malato terminale.
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