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GALLUCCIO – Riscatto delle case popolari, i giudici del Tar hanno deciso: il sindaco ha ragione. Bocciato il ricorso dei fratelli Lato

Galluccio – Tre fratelli pretendo di riscattare la casa popolare dove aveva abitato per lunghi anni, fino alla morte, la loro madre. Il sindaco, invece, assegna lo stabile ad altra persona che era regolarmente inserita nella graduatoria dell’istituto autonomo delle case popolari. I giudici hanno dato ragione al primo cittadino di Galluccio, respingendo il riscorso dei tre fratelli.
Il collegio dei giudici del Tar hanno giudicato già nella fase cautelare infondato il ricorso sul ricorso presentato dai ricorrenti  – attraverso l’avvocato Renato Labriola e Florindo Biasucci nell’interesse dai fratelli Lato contro il comune di Galluccio, guidato dal sindaco Franco Lepore, che era invece assistito dall’avvocato amministrativista Pasquale Di Fruscio.
Il ricorso è apparso, scrivono i Giudici infondato sotto diversi aspetti, così confermando la legittimità del provvedimento del sindaco di Galluccio Francesco Lepore del 06 maggio 2019 (prot. 2703).
Nella sede giudiziaria amministrativa i ricorrenti avanzavano la pretesa di acquisto dell’alloggio di edilizia popolare che era occupato dalla loro madre, sig.ra T. G., poi deceduta, ai sensi della legge 560/93 e invocavano il diritto al riscatto per subentro.   I Giudici hanno respinto l’istanza presentata dai ricorrenti attraverso l’avvocato Renato Labriola e Florindo Biasucci perchè non assistito dal prescritto fumus boni juris, in quanto “non vi è stato alcun atto di costituzione del diritto in capo alla de cuius”  così come, scrivono sempre i Giudici del Tar di Napoli, “non è pertinente il richiamo alla violazione della convenzione il cui art. 5 riguarda unicamente la vicenda del “subingresso” nel rapporto locatizio”.

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