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Teano / Sessa Aurunca – Ospedale San Rocco, odissea per anziano paziente. I familiari: è un macello. Moretta promette giustizia

Teano / Sessa Aurunca – “L’ennesima chicca dell’ospedale macello di Sessa aurunca. Si accompagna all’ospedale un paziente anziano catetirizzato che soffriva dalle 4 di mattina per il catetere otturato ma pur di non andare all’ospedale macello soffriva sperando che anche stavolta si sarebbe sturato. Ma purtroppo non è stato così e alle 7.20 si va al macello. Si arriva all’ospedale intorno alle 7.50 e l’infermiere che stava al triage, già infastidito, dice che bisogna attendere perché c’è il cambio turno. Avete capite al pronto soccorso al cambio turno bisogna attendere, anche se c’è un codice rosso, perché si stanno cambiando. Dopo il cambio turno lo stesso infermiere dice che il paziente non può stare al pronto soccorso perché non c’è urologia e quindi bisogna portarlo ad altro ospedale e non gli fa l’accettazione. Dopo varie discussione, telefonate e minacce di chiamare i carabinieri, decide di chiamare un chirurgo. In tutto questo il povero paziente sta soffrendo le pene dell’inferno il catetere è bloccato e non riesce a urinarie. Intanto i familiari chiedono di registrare il paziente di stabilizzarlo e portarlo con l’auto ambulanza al nosocomio che può accettarlo, invece l’infermiere dice che al pronto soccorso di Sessa non è possibile fare nessuna operazione urologica, il paziente non riuscirebbe ad arrivare a Caserta senza autombulanza. Dopo le ennesima e infuocate telefonate con i congiunti a casa, udite dall’infermiere, con la minaccia di chiamare il 112. arriva al salvatore. Il medico chirurgo nella sua meese verde, dice allinfermiere di registrare il paziente e di procedere al cambio del catetere. L’infermiere oppone altre resistenze perché il pronto soccorso non ha cateteri a tre vie. ma dopo che il familiare del paziente gli consegna il catetere a tre vie, registra finalmente il paziente, erano le 9.00 e fanno l’operazione. Finalmente il paziente riesce a trovare un po’ di riposo perché gli viene svuotata la vescica, gravemente malata. Questo è il macello di Sessa, non si può chiamare ospedale. Un medico del pronto soccorso deve saper far tutto, gli infermieri del triage devo registrare il paziente e assegnare un codice. Nulla di tutto ciò. solo dopo telefonate di parenti, arrivi di familiari svegliati di buon mattino si è arrivati al lieto fine. Vi chiederete e il paziente? Era solo un impiccio per i macellai, alla fine e stato dimesso, grazie al dottori o chirurgo”.
E’ questo il racconto fornito da Paride Vetrano che, attraverso i social, ha inteso denunciare pubblicamente la vicenda molto incresciosa che è stato costretto,unitamente ad alcuni familiari, a sopportare.

La precisazione del direttore sanitario, Salvatore Moretta:
“Accerterò quanto riferito dai familiari del paziente, allo scopo di comprendere tutte le criticità che si sono presentate per l’assistenza al loro congiunto; allo stesso modo verificherò eventuali responsabilità del personale sanitario. La tutela dei pazienti ha la priorità assoluta, specie se fragili”

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