Roccaromana / Dragoni – E’ stata una udienza importante, quella svoltasi pochi giorni fa presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a carico di Angelo Gabriele Ruggiero. Sul banco dei testimoni sono saliti i figli dell’ex coppia. L’avvocato Michele Mozzi – difensore dell’imputato – ha messo in difficoltà di due testimoni evidenziando alcune contraddizioni fra le dichiarazioni rese in aula e quelle rese ai carabinieri nell’immediatezza dei fatti. I due ragazzi non sono riusciti a trattenere la propria commozione. Ruggiero, già in carcere per il tentato omicidio di Maria Tino alla quale sferrò trenta coltellate, è nuovamente a processo per stalking e violenza sessuale, sempre a carico della stessa donna. I due figli, intanto, sono parte civile contro il loro stesso padre, accusato di stalking e violenza sessuale ai danni della moglie, quindi della loro madre. Sul banco degli imputati Angelo Gabriele Ruggiero di Statigliano, frazione del comune di Roccaromana. L’uomo è difeso dall’avvocato Michele Mozzi. Il giudizio in corso si innesta in una più complessa vicenda che vede sempre protagonista, suo malgrado, Maria Tino. La donna uccisa dal suo compagno, Massimo Bianchi, nel luglio del 2017. I fatti di cui si occupa il processo in corso, invece, avvennero qualche anno prima della tragedia. Quando l’ex marito della donna tentò di uccidere la moglie sferrandole quasi trenta coltellate. Per quei fatti l’uomo di Roccaromana è stato già condannato, in via definitiva, alla pena di otto anni di reclusione. Ma la vicenda giudiziaria non è chiusa. Infatti le denunce presentate da Maria Tino prima dell’accoltellamento al quale scampò miracolosamente grazie proprio all’intervento di Bianchi (che poi, però la uccise con tre colpi di pistola) hanno determinato il giudizio relativamente alle accuse di stalking e violenza sessuale.
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