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Vairano Patenora –  Abusi edilizi lungo via Patenara,  Martone a Cantelmo: dimettiti

Vairano Patenora –  Sulla vicenda relativa al sequestro su tutta l’area – lungo via Patenara, in località Pizzomonte – interessata dai lavori, interviene l’ex consigliere comunale Gianpiero Martone:
“adesso, sulla base delle pubbliche dichiarazioni fatte dallo stesso sindaco e le opportune osservazioni fatte da consiglieri in carica, mi è di dovere esprimere un dovuto parere e giudizio, affinché si faccia la dovuta chiarezza e il Sindaco assuma le dovute responsabilità. Il primo luogo è bene precisare e chiarire che il sottoscritto era stato informato,anche se non su base documentale, che nell’ambito familiare era sopraggiunto un accordo per il quale l’area in oggetto sarebbe stata ceduta come eredità . Per questa ragione, onde evitare valutazioni e addebiti di natura personale e non politico-sociale, nella mia azione insieme a mio padre, non mi sono preoccupato di operare per gli opportuni accertamenti presso l’ufficio tecnico e di vigilanza municipale, dando anche per scontato che,trattandosi di situazioni coinvolgenti il Sindaco Cantelmo, fossero state predisposte le dovute autorizzazioni edilizie. Anzi, per essere più precisi, il parziale abbattimento della struttura al di sopra della pesa ci aveva dato l’idea che si stesse procedendo alla piena attuazione della Normativa che obbliga l’abbattimento delle opere edilizie funzionali all’attività di utilizzo della cava a termine dell’attività, oppure in mancanza  l’acquisizione a bene pubblico; cosa fatta osservare dallo stesso Genio Civile e dalla Magistratura in relazione al procedimento della prosecuzione di escavazione, ancora sotto azione penale, ove alla ditta richiedente si chiedeva a che titolo veniva inserita la funzione della pesa, collocata su territorio di diversa proprietà,in assenza di legale atto di cessione. In ultimo diamo pieno atto al comando della Stazione dei Carabinieri di Vairano Scalo e al suo Comandante Massimo Palazzo, riconoscendone la continua  presenza e il buon lavoro di controllo del territorio. In proposito si spera tanto che nessuno abbia avuto il disgustoso e vigliacco comportamento, caso mai, di esporre un esposto sulla vicenda in questione apponendo falsamente le firme del sottoscritto e se vi è stato un preciso esposto speriamo sia stato notificato con apposizione di firma e  personale responsabilità. Ciò predetto veniamo alla sostanza. Alcun dubbio vi è sulla Normativa della Legge sull’Edilizia 380/2001 e s.m. che consolida anche la precedente Normativa, in base alla quale è possibile che un acquirente sia autorizzato,sulla base di un contratto a piena valenza legale, ad avviare attività edilizie richiedendone l’autorizzazione prima ancora di regolarizzare con atto notarile la cessione dell’area,o del fabbricato. Sul piano giuridico le figure in oggetto vengono individuate quali promissario-acquirente e promittente. Tuttavia occorre sapere che la Corte di Cassazione, con sentenza 25703 del 2006, ha dato ragione al promissario-acquirente nello scioglimento del contratto,con il pagamento delle spese, poiché il promittente non aveva provveduto al definitivo accatastamento nei tempi dovuti di quanto contrattato. Allora vi sono alcune domande d’obbligo: che tipo di contratto avete fatto? Lo potete rendere pubblico? Avete autorizzato l’acquirente a chiedere una regolare concessione edilizia, o a fare quello che voleva in un’area che dal grafico sembra tutta agricola? Avete informato il compromissario che gli immobili presenti erano stati realizzati come servizio all’attività di cava? Chi ha firmato il contratto quale promittente dal momento che,caro sindaco, dalle tue dichiarazioni si evince che ancora non avevate provveduto alla totale registrazione dell’area tutta a tuo nipote erede? Ritengo che di sicuro dovete far fronte a conseguenze giuridiche,nei confronti dell’acquirente, creando grossi guai al giovane Michele. Questa è la parte privata, anche se nella qualità di Sindaco questione privata non lo è affatto. Poi vi è la parte direttamente pubblica, ossia come è possibile che un Sindaco, ancora iscritto come parte promittente, non si sia preoccupato di controllare se il promissario aveva notificato richiesta di autorizzazione edilizia? Ha mai chiesto all’Ufficio Tecnico e della Vigilanza di esperire i dovuti controlli?Non si è preoccupato di chiarire che la parte agricola, da lui da tempo conosciuta, non poteva essere utilizzata per altri scopi? Insomma, nonostante la mia buona fede e l’assoluta indisponibilità a utilizzare per scopi politici fatti di natura privata, la questione fa emergere fatti di una gravità assoluta con ulteriori gravissime conseguenze contro un civile e sereno lavoro dell’Amministrazione.  Non posso non sottolineare al sindaco Cantelmo che in ben 7 anni della sua funzione, la vita amministrativa è stata continuamente avvilita per questioni Giudiziarie, soprattutto private, che lo hanno coinvolto, nonostante il sottoscritto e il gruppo consiliare Torre, quando necessario,ha sempre e solo portato alcune questioni nel civile e pubblico dibattito consiliare. In ultimo non posso non sottolineare che difronte a una vicenda così complessa e grave, ove bisogna assistere all’emissione dell’Ordinanza di Sequestro Giudiziario di tutta l’area in oggetto, apposta dai Carabinieri di Vairano, per le domande esposte è davvero uno stupido comportamento pensare di ridicolizzare chi fa uso onesto dell’informazione scritta quale “leone da tastiera”. Di fronte a questo continuo avvilimento del Comune,consacrato dalla Costituzione quale Istituzione base su cui si fonda la nostra Repubblica, insieme a una evidente incapacità amministrativa che sta portando Vairano al precipizio, con onestà non posso non ripetere: SINDACO CANTELMO DIMETTITI”.

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