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foto di repertorio

TEANO – STRATEGIA RIFIUTI ZERO, IL MUNICIPIO “SPOSA” PAUL CONNET       

TEANO – Fra undici anni arriviamo al punto di non ritorno. Ci vorrebbero cinque pianeti per sopravvivere ai danni che sta causando la sola America all’ambiente, ma di pianeti ne abbiamo uno solo. E’ questo l’allarme lanciato dagli ambientalisti e ignorato dai governi.
Il Comune di Teano condivide la strategia “Rifiuti Zero” del chimico americano Paul Connet e nei prossimi giorni avvierà le procedure burocratiche per avviarla. L’annuncio è stato dato dal sindaco, dott. Alfredo D’Andrea e dall’assessore  delegato all’ecologia Pier Luigi Landolfi durante la conferenza di ieri tenuta dallo stesso Connet nell’aula polifunzionale del Foscolo alla presenza degli studenti e di rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Oltre allo scienziato americano  professore di chimica e tossicologia alla Saint Lawrence University di Canton nello stato di News York e grande studioso di problematiche ambientali,  sono intervenuti il preside Paolo Mesolella, la prof.ssa Pasqualina Canzano, le studentesse Maria Chiara Gliottone e Francesca Vicario, il sindaco Alfredo D’Andrea, l’assessore all’ecologia Pier Luigi Landolfi, Lucio Righetti responsabile Zero Wast Campania, Marina Mobilio  responsabile Scuola Rifiuti Zero di Terracina e l’ambientalista  Carmen Medaglia di San Nicola La Strada. “Sono sette anni, ha spiegato il sindaco D’Andrea, che studio gli effetti della combustione dei rifiuti sull’alimentazione e nella Terra dei fuochi dove i tumori portano alla morte. Basta pensare che la vernice interrata porta il rischio di cancro ai reni e alla vescica del 40%”.” Teniamo migliaia di conferenze , ha continuato Lucio Righetti, ma quello che conta sono le istituzioni che debbono avviare una corretta educazione ambientale verso la popolazione. Bisogna educare tutta la comunità e dobbiamo avere fretta e lavorare nella scuola, dalla primaria alle superiori”. Molto interessante l’intervento di Paul Connet. Laureato alla Cambridge University  e specializzato in chimica dell’ambiente e tossicologia presso il Dartmouth College, è stato professore alla St. Lawrence University per venticinque anni.  Si è opposto all’incenerimento come metodo di gestione dei rifiuti solidi urbani, basandosi sull’analisi chimica dei sottoprodotti del processo. Il suo attivismo lo ha portato a fare oltre 1800 presentazioni pubbliche in 49 Stati degli Stati Uniti, in cinque province canadesi e in 45 Paesi del mondo. In Italia è presidente del comitato scientifico della commissione Rifiuti Zero di Capannori, primo comune in Italia ad adottare tale strategia di gestione del servizio. E’ Direttore esecutivo della Fluoride Action Network , del progetto American Environmental Health Studies ed è autore di “Zero Wast”,  di “The case against fluoride” ”, con James Beck e di “Non bruciamo il futuro” con Rossano Ercolini. Dal 14 giugno 2007 ad oggi sono 320 i comuni in Italia che utilizzano la sua strategia”.  E’ stato interprete e ideatore del film “Trashed”. Questo è il suo 81° viaggio in Italia. Nel 1996 ha condotto la battaglia contro  l’inceneritore. “Dobbiamo passare da una società “usa e getta”, spiega, ad una società sostenibile. Ho lottato a Dublino in Irlanda, nel Galles, in Malesia, in America, in Italia, spiegando i dieci passi da compiere verso la strategia Zero Wast: 1) separare alla fonte, 2)raccogliere porta a porta, 3) fare compostaggio, 4)riutilizzare e riparare, 5)allestire centri di riutilizzo, 6) prevedere incentivi economici per il differenziato, 7) iniziative di riduzione dei rifiuti, 8) eliminare la plastica, 9) creare impianti di separazione dei residui, 10) creare discariche temporanee. “Il rifiuto, spiega, è un errore di produzione, il rifiuto lo produce l’industria. Per questo bisogna ridurlo, riutilizzare e riciclarlo. La comunità ha la responsabilità di farlo. E la stessa camorra non può agire senza il supporto della popolazione. La strategia “Rifiuti Zero” non è un’ideologia ma è una soluzione al grave problema dei rifiuti. Fra undici anni arriviamo al punto di non ritorno. Ci vorrebbero cinque pianeti per sopravvivere ai danni che sta causando la sola America all’ambiente, ma di pianeti ne abbiamo uno solo”.

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