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Calvi Risorta – Bilancio riequilibrato, la storia infinita. L’opposizione: “Tante irregolarità nel documento contabile”

Calvi Risorta – Il 13/05/2019, alla scadenza di una nuova diffida prefettizia, il consiglio comunale, con i voti favorevoli della sola maggioranza e quello contrario dei consiglieri di “Orizzonte Comune”, ha approvato l’ennesima ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato 2016/2020. Un documento privo, ancora una volta, di un parere favorevole da parte del revisore dei conti che, seppur da dimissionario, ha invece evidenziato l’assenza di una serie di documenti fondamentali (persino dei conti del tesoriere 2017 e 2018), unitamente alla presenza di numerose irregolarità tecniche. Incredibile pensare che, a quasi un anno dal primo parere negativo espresso all’unanimità dalla commissione ministeriale, non esista ancora il principale documento di programmazione del comune. Si naviga “a vista”, con il rischio concreto di sbattere contro lo scoglio di un secondo dissesto. Il bilancio riequilibrato avrebbe dovuto vedere la luce entro il 21/02/2017. Così ora, da strumento di risanamento finanziario quale dovrebbe essere, risulta “degradato” ad una sorta di consuntivo della gestione, già svolta per i primi 3 anni e mezzo dei 5 totali contemplati dall’ipotesi deliberata dalla giunta Lombardi. Tutto questo mentre, a distanza di 29 mesi dall’insediamento della triade commissariale, non è stata ancora quantificata la massa passiva e non sappiamo perciò nulla della reale consistenza del dissesto finanziario deliberato dal commissario Campini. Tornando alla delibera consiliare di approvazione dell’ipotesi di bilancio, in allegato alla stessa è possibile leggere la relazione tecnica che hanno prodotto gli scriventi consiglieri Giovanni Marrocco e Maria Rosaria Capasso, del gruppo “Orizzonte comune”. La relazione analizza e pone in rilievo le anomalie del documento contabile. “Tra le tante irregolarità che abbiamo rinvenuto, sul fronte della spesa abbiamo: la mancanza dello stanziamento per l’aggio di riscossone dovuto al concessionario, in violazione del principio contabile di integrità; l’impossibilità di applicare la norma derogatoria che consentirebbe di raggiungere il pareggio nel 2020, anziché nel 2017, poiché il comune ha acquisito nuovamente la partecipazione nel Consorzio Idrico (tra l’altro senza stanziare le spese per la quota annuale di partecipazione ed il ripiano delle perdite). Inoltre, non risulta avviata la riduzione delle spese ipotizzata con la delibera di giunta n. 74 del 3/9/2018, mentre le misure predisposte sono insufficienti a garantire un risparmio di almeno il 20% rispetto all’analoga spesa del 2015; la mancanza di uno stanziamento per il riconoscimento ed il finanziamento dei debiti fuori bilancio esistenti (dal 2016 si fa finta che non ci siano, accumulandone anzi di ulteriori, ma senza passare mai per il consiglio); l’insufficiente stanziamento di una spesa per il pagamento della quota capitale di mutui e prestiti obbligazionari in ammortamento; l’assenza o l’insufficienza degli stanziamenti di spesa: 1) per il pagamento del Fondo Unico d’Ambito da versare all’ATO C9; 2) per le indennità di funzione spettanti al Sindaco, agli assessori e al Presidente del consiglio comunale (a quest’ultimo ricordiamo che alla rinuncia delle proprie indennità si procede esclusivamente con un’apposita delibera di consiglio); 3) per il rimborso delle cedole librarie per l’acquisito dei libri di testo delle scuole primarie di primo grado; 4) per il compenso da corrispondere al revisore unico dei conti, sulla base del D.M. 28/12/2018; 5) per i due supporti tecnici incaricati; 6) per il responsabile finanziario; 7) per i diritti di rogito del segretario; 8) per le elezioni europee 2019 e regionali 2020 (laddove però l’entrata viene regolarmente stanziata); 9) per il pagamento dei componenti delle varie commissioni tecniche comunali; l’assenza  degli stanziamenti per dare copertura a spese già impegnate e, in alcuni casi, anche parzialmente liquidate: 1) contributo per i canoni di locazione in favore di famiglie indigenti; 2) Banco alimentare per gli anni 2017 e 2018; 3) servizio di smaltimento di rifiuti speciali; 4) quote del piano di rientro stipulato con la “Free Trade s.r.l.”, per le annualità dal 2017 al 2019; 5) incarico professionale di assistente sociale.

Per le entrate, invece, abbiamo avuto modo di accertare: la sovrastima delle entrate per I.M.U. e I.C.P.;  la sovrastima dello stanziamento del Fondo di solidarietà comunale; la sovrastima del Contributo per gli interventi dei comuni e di quello per Contributi spettanti per fattispecie specifiche di legge, riscontrata anche dal revisore; la sovrastima dello stanziamento per diritti di rogito, diritti di segreteria e per il canone di concessione di un terreno per l’installazione di un ripetitore telefonico; che i proventi dei titoli abilitativi edilizi e relative sanzioni, stanziati in misura straordinariamente elevata ma finora non realizzati, vengono destinati a spese correnti non pertinenti e non previste dall’articolo 1, comma 460, della legge n. 232/2016; la previsione di entrate per mensa scolastica (compreso contributo MIUR) e canone idrico che determinano tassi di copertura maggiori del 100% del costo dei servizi; lo stanziamento di entrate una tantum (permessi edilizi, anche in sanatoria, recupero di evasione di IMU e TARI) per circa 900.000,00 € nel triennio 2018/2020, che non sono state sinora accertate e riscosse.

Nella relazione abbiamo infine dimostrato che lo squilibrio dell’ipotesi di bilancio, cumulato all’esercizio 2020, ammonta ad oltre 2.350.000,00 €, una voragine causata da entrate fittizie e/o sovrastimate e spese sottostimate e/o non considerate e/o finanziate da entrate improprie, ancorché già impegnate. Una situazione grave, insomma, poiché un simile bilancio non consente affatto di consolidare la situazione del comune per assicurare stabilità alla gestione finanziaria dello stesso, come prevede la norma, ma ne aggrava anzi la situazione complessiva dei conti.  Un bilancio come questo – in evidente contrasto con norme di legge, con le disposizioni del TUEL, con il d. lgs. 118/2011, con i principi contabili generali ed applicati (veridicità, unità, integrità), con previsioni non veritiere e sul quale pendono due pareri non favorevoli di due diversi revisori dei conti – doveva essere respinto dallo stesso Sindaco al mittente, cioè ai tecnici che lo hanno predisposto, perché dannoso per il futuro del paese. Ed invece lo si approva a colpi di maggioranza, per poi sperare nella “clemenza della Corte”. Il Sindaco ne auspica la validazione, forte delle parole dell’assessore al bilancio, Antonio Capuano, secondo cui, quello approvato il 13 maggio 2019, “è sicuramente il miglior bilancio possibile nelle condizioni che viviamo, sano, reale e…in pareggio…non esistono entrate gonfiate né, tantomeno, spese inesistenti”! Lo stesso vice-sindaco arriva a definire, questo “mostruoso” documento contabile, una importante occasione per i consiglieri Caparco e Marrocco, autori a suo dire di uno scempio amministrativo, per “votare favorevolmente e condividere senza indugio e senza riserva, gli schemi di bilancio elaborati sulla base dell’ipotesi approvata nella seduta consiliare n. 44 del 11/09/2018”. A quanto pare, dunque, il Sindaco, il suo Vice e tutta la maggioranza, non si preoccupano affatto dell’approvazione di un bilancio irregolare, contenente previsioni non veritiere, che creerebbe solo danni finanziari per il nostro paese. E la minoranza, secondo loro, dovrebbe pure essere complice, votando un simile scempio contabile e facendo finta che non ci sia nessuna delle irregolarità prima elencate, oppure che non ci siano due pareri non favorevoli di due differenti revisori dei conti! Sia ben chiaro che noi tutti auspichiamo che il bilancio venga finalmente validato dal Ministero per dare, in tal modo, una reale prospettiva di risanamento per Calvi Risorta. Qui, però, siamo di fronte ad un documento tecnicamente impresentabile e politicamente discutibile (il ripristino delle indennità della giunta, a fronte della soppressione del banco alimentare, è emblematico in tal senso): questo è un dato di fatto, che non si può ignorare. Ci chiediamo piuttosto se sia diventato cosa impossibile, pretendere dal Sindaco e dai suoi tecnici di predisporre un bilancio quantomeno rispettoso delle norme e dei principi contabili. Dobbiamo forse rassegnarci alla mediocrità tecnica e politica, affidando il destino di Calvi Risorta ai tanti “viaggi della speranza” fatti al Ministero dell’Interno o all’intercessione della Divina Provvidenza?”

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