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Teano – Scrutatori, Gliottone contro la decisione dell’amministrazione: “Il sorteggio sarebbe stato l’unico metodo per garantire la democraticità della scelta”

Teano – Claudio Gliottone del gruppo Futur@ ha espresso la sua opinione riguardo le modalità scelte dal sindaco D’Andrea per nominare gli scrutatori. “Uno dei momenti di ridicola gloria di ogni consigliere comunale si avvera a ridosso di qualche tornata elettorale; e consiste nel godereccio piacere di fornire il nome di qualche suo adepto, frequentemente parente, designato a fare parte come scrutatore di una sezione elettorale. La nomina ufficiale viene fatta dal Sindaco, sentita la Commissione elettorale, il quale può adottare gli più strampalati criteri di scelta, dalla simpatia personale all’aspetto fisico, dal possesso di occhi azzurri e di capelli biondi al modo di vestire. In più di una occasione le amministrazioni precedenti hanno adottato il democratico criterio del sorteggio, effettuato tra un elenco di partecipanti che avevano precedentemente espresso, tramite regolare domanda di iscrizione, la propria volontà a concorrere all’incarico. Siffatto regolamento era vigente fino alla ultima elezione del Consiglio Comunale. La nuova amministrazione, democratica, buonista, dal cuore d’oro, affasciante ed affascinante ad un tempo, distributrice di targhe, ricchi premi e cotillon, ha pensato bene di adottare per la bisogna un criterio mai usato; quello di individuare, o, come dicono loro, far individuare all’apposito ufficio comunale un numero di giovani tra i più bisognosi e nullatenenti del reame e nominarli scrutatori. A parte la antistorica  volontà, alla novello Guglielmo Tell, di togliere ai ricchi per donare ai poveri, i motivi di contestazione del provvedimento sono enumerabili ad iosa. In primis, perché abolire un criterio di sorteggio tra quelli che volontariamente si erano iscritti per avere la possibilità di fare lo scrutatore? Quale altro metodo avrebbe potuto garantire meglio la democraticità della scelta, affidata comunque solamente alla imparzialità del caso e non a possibili oscure manovre dei soliti trafficoni? E garantire ancor meglio la efficienza operativa degli eventualmente estratti i quali, nello iscriversi, avrebbero quantomeno saputo per fare cosa si iscrivevano. In secundis, quali sono stati i criteri ed limiti, dalla indigenza suprema a quella minima, che hanno guidato gli impiegati deputati alla scelta, e quali reali elementi di veritiera conoscenza avevano costoro della situazione finanziaria dei detti nominandi? Quello supremo del “per sentito dire”? Per terzo, 84 cittadini teanesi sono stati additati a tutti i restanti compaesani come persone indigenti,  violandone maldestramente la dignità e la privatezza. Se dovessi essere scelto per l’assegnazione del premio Nobel solo tra quelli che avessero la “paposcia” non nego che rinuncerei al premio! Ma conserverei un po’ di, forse superato, amor proprio. Per finire com’è possibile che il maggior numero di indigenti si trovi nelle frazioni di S.Marco e di Pugliano? “A pensar male si commette peccato, ma di solito ci si azzecca”  diceva Andreotti, mettendosi in gioco per primo. Ma era altra stoffa.”

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