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L'imprenditore che ha denunciato il clan

Pignataro Maggiore / Sparanise – Dieci colpi di pistola contro agenzia funebre, arrestati dopo un anno di indagine (il video esclusivo con l’intervista alle vittime)

Pignataro Maggiore / Sparanise – Dieci colpi di pistola esplosi in pieno giorno contro un’agenzia funebre, nel centro di Sparanise. Era il 28 febbraio del 2018. Da quell’episodio criminale nasce l’indagine che ha condotto, oggi, all’arresto di 18 persone ritenute dalla magistratura legate al clan Ligato. Determinante la denuncia delle vittime, la famiglia Vagliviello. (guarda il video con l’intervista in esclusiva alle vittime).
Era mezzogiorno in punto quando tre uomini – incappucciati – entrarono in azione a bordo di una 500 blu. Sarebbero scesi dirigendosi verso il portone dell’impresa contro il quale avrebbero esplosi almeno dieci colpi di pistola. Si sarebbero poi dileguati a bordo della stessa vettura. L’accaduto apparve gravissimo, soprattutto per le modalità con cui il commando portò a termine l’azione: in pieno giorno, senza alcun timore di essere fermati. Un atto di forza di cui si era persa traccia da molto tempo non solo nell’agro caleno ma in tutta l’intera provincia di Caserta. (Gaurda il video con l’intervista in esclusiva alle vittima).
La risposta dello Stato è arrivata stamattina con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale D.D.A., nei confronti degli esponenti di vertice del Clan “LIGATO” di Pignataro Maggiore (CE), traendo in arresto 18 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, danneggiamento seguito da incendio, lesioni personali aggravate, detenzione armi, munizioni e materie esplodenti, porto abusivo d’arma,violenza privata e minacce aggravate, nonché detenzione illegale di bomba a mano, aggravati dall’aver agevolato un sodalizio mafioso (art. 416 bis 1 del c.p.).Il provvedimento restrittivo costituisce il risultato di una prolungata attività d’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e avviata nell’anno 2017 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta e dalla Compagnia Carabinieri di Capua nella quale sono confluiti anche gli esiti delle indagini svolte dalla Squadra mobile in ordine all’esplosione, il 28 febbraio 2018, di alcuni colpi di pistola ai danni della saracinesca dell’agenzia funebre VAGLIVIELLO, ubicata in Sparanise. (Gaurda il video con l’intervista in esclusiva alle vittima).
La prolungata attività investigativa ha permesso di trovare importanti elementi di riscontro a gravissimi episodi di violenza avvenuti negli ultimi anni, con particolare riferimento al 2016, 2017 e 2018, nei Comuni di Sparanise, Capua, Pignataro Maggiore, Vitulazio e aree limitrofe. Le indagini che rappresentano il prosieguo di quelle che nel maggio 2018 avevano già assestato un duro colpo al citato sodalizio criminale (con l’arresto di 6 persone, tuttora detenute) tendono a confermare la presenza attiva e pericolosa del clan Ligato, associazione di tipo mafioso operante in Pignataro Maggiore, Vitulazio, Pastorano, Camigliano, Sparanise e Capua (CE), erede del già Clan “LUBRANO – LIGATO”. Le investigazioni hanno posto in evidenza come, attraverso l’emersione di nuovi soggetti, già partecipi o contigui al clan e legati a noti affiliati attualmente detenuti, le attività criminali abbiano ripreso vigore per far fronte alla costante necessità di assistere economicamente gli affiliati, anche detenuti. Emerge una compagine criminale capace di giungere a gravi atti intimidatori come danneggiamenti e lesioni personali al fine di far piegare le vittime e affermare la propria egemonia sul territorio nel traffico di stupefacenti. L’indagine ha messo in luce come, nonostante la decapitazione del gruppo guidato dal capo LIGATO Raffaele, altri soggetti – in particolare i figli di questi – abbiano preso in mano le redini della camorra dell’area calena, costituendo una stabile struttura organizzativa, con suddivisione dei ruoli, allo scopo di monopolizzare il mercato delle sostanze stupefacenti in Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Sparanise, Vitulazio e comuni limitrofi. La struttura, dal carattere piramidale, era costituita da vere e proprie “piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti gestite attraverso l’emersione di soggetti sinora mai investigati. In particolare a seguito della sua scarcerazione (avvenuta in data  02/12/2015), Raffaele Antonio LIGATO, destinatario del provvedimento cautelare in argomento e figlio dell’ergastolano detenuto in regime 41 bis O.P. “Tonino” LIGATO, ha dovuto “legittimare” il proprio nuovo gruppo nel contesto ambientale ricorrendo alla violenza e ponendo in essere atti intimidatori perché fosse chiaro il messaggio diretto a tutta la popolazione: il nuovo gruppo camorristico operante nel territorio di Pignataro ed il ruolo di “comando” erano appannaggio della famiglia LIGATO. In tale contesto si inquadrano gli eventi occorsi nell’area interessata a partire dal 1° dicembre 2015, periodo legato alla scarcerazione  di LIGATO Antonio Raffaele, attuale reggente, unitamente alla sorella Felicia, del clan “LIGATO” di Pignataro Maggiore (incendio di macchine, aggressione di persone, esplosione di colpi di armi da fuoco contro edifici ed attività commerciali, ecc.). Di particolare significato, per le modalità criminali con cui  è stato attuato, è l’episodio avvenuto l’11 dicembre 2016, in Capua, allorquando il LIGATO Antonio Raffaele, unitamente allo IANUARIO Davide hanno fatto deflagrare un potente ordigno e esploso alcuni colpi di fucile all’indirizzo dell’abitazione di un presunto concorrente nell’attività di spaccio.
Destinatari della misura cautelare in carcere:
LIGATO Antonio Raffaele cl. ’84;
LIGATO Felicia cl. ‘81;
IANUARIO Davide cl. ‘86;
SCHETTINI Daniele cl. ‘95;
DE FUSCO Anna cl. ’68;
DE GENNARO Fabio cl. ’80;
DI BERNARDO Claudio cl. ‘77;
FUSCO Terence cl. ’95;
GRIECO Giuseppe cl. ’94;
IOSSA Valerio cl. ’91;
PAGANO Davide cl. ’92;
PALMIERI Raffaele cl. ’80;
RUSSO Francesco cl. ’83;
VALENTE Giuseppe cl. ’90;
MANDESI Luigi cl. ’90. 

Destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari:
MAURO Gilberto cl. ’94;
MAIELLO Agostino cl. ’91;
D’AMATO Alessandro cl. ’92.

Guarda il video con l’intervista esclusiva alle vittime

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