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MIGNANO MONTELUNGO – Operaio morto nel compattatore, ancora un rinvio: padre della vittima insorge in aula

Mignano Montelungo –  Ancora nulla di fatto nell’udienza preliminare a carico di alcune persone coinvolte nella morte di Emilio Marotta, l’operaio morto dopo essere finito nel compattatore della carta e del cartone. Lo sciopero degli avvocati fa slittare a marzo l’udienza preliminare a carico di Benedetto Fuoco (tecnico comunale di Mignano Montelungo) e Giovanni Ferone (imprenditore di San Vittore del Lazio, proprietario compattatore in cui trovò la morte l’operaio). Il padre della vittima – difeso dall’avvocato  Adriano Cortellessa del Foro di Arezzo – ha protestato col giudice lamentandosi del fatto che è da tre anni che attende giustizia. Qualche tempo fa, l’imprenditrice Iovino Carla Maria (titolare impresa gestione raccolta rifiuti Proclean nella quale lavorava Marotta), aveva già definito la propria posizione, chiudendo in primo grado l’intero procedimento. L’imprenditrice Iovino Carla Maria (difesa dall’avvocato Ernesto De Angelis), aveva deciso di ammettere le proprie responsabilità, patteggiando la pena. Il tribunale ha espresso la sua sentenza di primo grado che condanna la donna di Mignano Montelungo alla pena di 1 anno e otto mesi di reclusione con il beneficio della pena sospesa.

 

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