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CASTEL VOLTURNO / MARCIANISE – Clan Belforte, scatta sequestro dei beni nei confronti del “professore”

CASTEL VOLTURNO / MARCIANISE – Si comunica che nella mattinata del 10 dicembre del 2018, personale della Divisione Anticrimine della  Questura  di Caserta  ha dato esecuzione al  decreto di sequestro di prevenzione  disposto il 04.12.2018, dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere (Ce) – Sezione per l’applicazione di Misure di Prevenzione su Proposta avanzata dal Sig Questore di Caserta, – nei confronti di BELLOPEDE Raffaele nato a Marcianise (CE) il 10.09.1955, ivi res.te alla Via Monfacone n.22, pluripregiudicato, alias “ò prufussore” attualmente libero, condannato dalla Corte d’Appello di Napoli alla pena di anni 8 e mesi 6 di reclusione per estorsione aggravata e continuata dalla metodologia mafiosa ex art 7 della L.203/1991, ritenuto elemento contiguo alla consorteria criminale attiva nell’area di Marcianise e paesi limitrofi, denominata “clan Belforte”. Con il provvedimento anzidetto è stato disposto il sequestro di un terreno sito in Castel Volturno, tre fabbricati di cui due in Castel Volturno ed uno in Marcianise (CE) nonché due conti correnti, il tutto intestati e nella disponibilità del BELLOPEDE, per un valore complessivo stimato di circa €. 500,000,00. La misura ablativa rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta – con il coordinamento della Sezione per l’applicazione di misura di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – dalla Divisione Polizia Anticrimine   e scaturita  dall’accoglimento in parte della proposta formulata dal Questore di Caserta che ha valorizzato le indagine esperite e che ha consentito di ricostruire l’intero patrimonio del  BELLOPEDE. Infatti si è potuto dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, come nell’ultimo ventennio questi abbia intrattenuto rapporti d’affari con  il “clan Belforte”. Infatti è stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli alla pena di anni 8 e mesi 6 di reclusione per estorsione aggravata e continuata dalla metodologia mafiosa prevista ex art 7 della Legge 203/1991, ai danni di commercianti  che, inermi rispetto alle intimidazioni mafiose subite, erano costretti a corrispondere somme di danaro, soprattutto in  occasione delle festività natalizie e pasquali. L’ampio quadro  indiziario si è reso possibile  anche grazie a molte dichiarazioni accusatorie di collaboratori di giustizia che ampiamente riscontrate, hanno superato la soglia di sostenibilità e hanno contribuito all’emissione dell’odierno provvedimento ablativo. Nello specifico il BELLOPEDE era molto legato al clan Belforte, infatti frequentava le abitazioni degli affiliati, si prestava al cambio assegni, riscuoteva le estorsioni per conto del citato clan, fungendo da collettore tra gli esponenti apicali del clan e i commercianti estorti, infatti il suo nome era indicato con la denominazione di “Professore 1.50” e che riceveva quale corrispettivo del proprio apporto uno stipendio mensile di €.1.500,00.

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