PIETRAMELARA / VAIRANO PATENORA / TEANO – Nuova udienza del processo a carico di un giovane di Teano accusato di diversi reati fra cui sequestro di persona, lesioni e spaccio di droga. Sono stati ascoltati oggi alcuni testimoni dell’accusa fra cui il maresciallo dei carabinieri di Vairano e un altro militare che eseguirono materialmente l’arresto dell’uomo e che hanno condotto le indagini. Hanno confermato le accuse mosse dalla Procura. Si tornerà in aula a breve.
Sul banco dei testimoni era già salita la giovane vittima – Maria M. di Pietramelara ma da tempo residente a Vairano Patenora, difesa dall’avvocato Vincenzo Cortellessa – che ha ripercorso quei terribili momenti. Sul banco degli imputati Mario Amsdem, di Teano, attualmente agli arresti. L’uomo fu fermato dai militari del Comando Stazione Carabinieri di Vairano Scalo in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura coercitiva emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Ufficio G.I.P., su richiesta della locale Procura della Repubblica. Secondo l’accusa è ritenuto responsabile di sequestro di persona, tentata estorsione aggravata e lesioni personali aggravate. Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di una celere indagine, attivata tempestivamente in ossequio ai protocolli investigativi stabilmente seguiti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. L’indagine era originata dalla denuncia presentata dalla vittima, una giovane donna originaria di Pietramelara, ma domiciliata a Vairano Scalo, la quale, dopo la fine della lunga relazione sentimentale intrattenuta con l’indagato, lo scorso 4 maggio veniva condotta con la forza presso il proprio domicilio dove dal predetto veniva costretta a permanere contro la sua volontà per l’intera notte, venendo privata del proprio telefono cellulare. Durante la notte la persona offesa veniva seviziata e aggredita anche mediante reiterati colpi di martello che le venivano inferti alla testa ed altre parti del corpo, restando così ferita all’interno dell’immobile. L’indagato, al fine di farsi consegnare la somma di denaro di euro 3.000,00, indirizzandole ulteriori minacce di colpirla ulteriormente con il martello e di ucciderla, la induceva a telefonare alla madre per chiedere la consegna di detta somma di denaro. La vittima riusciva a liberarsi dall’appartamento dove era segregata solamente grazie all’aiuto di un passante che ascoltava le grida di aiuto della donna che riusciva a farsi notare sporgendosi da una finestra dell’immobile, approfittando della momentanea assenza del suo aguzzino. Queste le accuse sulle quali dovranno pronunciarsi i giudici