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PIEDIMONTE MATESE – Consiglio regionale, Cappello: resto con la mia gente. Il sindaco pensa alla rinuncia in favore di Abbate

piedimonte matese. Il sindaco Vincenzo Cappello preferisce restare al timone del proprio comune, fra la gente che lo ha eletto – con un autentico plebiscito –  circa un anno fa, anziché sedere a Palazzo Santa Lucia.  Potrebbe essere, quindi, Dario Abbate ex segretario provinciale del Partito Democratico a sostituire, all’interno dell’assemblea regionale,  Nicola Caputo e Lucia Esposito che hanno già ipotecato un posto in Parlamento dopo il successo delle primarie di pochi giorni fa. Cappello diverrebbe  – in caso Caputo e Esposito arrivino in  Parlamento –  consigliere regionale. La legge 267 dell’anno 2000 individua l’incompatibilità fra la carica di sindaco e quella di consigliere regionale; una incompatibilità che Cappello dovrebbe rimuovere dimettendosi dalla carica di sindaco. “Per ora, assicura Cappello, non è mia intenzione abbandonare la mia gente in un momento così difficile per centinaia di famiglie e per l’intera economia dell’area. Sono sicuramente tentato dalla nuova esperienza a Palazzo Santa Lucia anche perché da circa un ventennio il Matese e tutto l’Alto Casertano non riescono, a causa di forti frammentazioni, a esprimere un consigliere regionale. Però, continua il sindaco di Piedimonte Matese, questo significherebbe lasciare diversi progetti avviati e tanti altri da avviare; significherebbe – conclude Cappello – rompere in parte quel legame che mi lega con il territorio”. Essere presente sul territorio, avere un forte legame con i cittadini sono per l’amministrazione Cappello cose concrete, concetti attuati da anni soprattutto attraverso le politiche sociali. Lui e la sua giunta, ad esempio, durante gli ultimi sei anni hanno destinato alla cittadina ai piedi del massiccio del Matese, circa 600mila euro. La stessa cosa stanno facendo e faranno per la durata del secondo mandato. Fondi destinati ai meno fortunati, attraverso l’acquisto di libri, medicine, il pagamento di bollette energetiche, buoni pasto e ogni altra forma di aiuto necessaria per rendere più dignitosa l’esistenza di tante famiglie. Il probabile rifiuto, da parte di Capello, dello scranno regionale potrebbe anche rappresentare una forma di protesta contro le scelte del PD che gli hanno impedito di correre per le primarie. Non a caso, Cappello è fra i sindaci che hanno sottoscritto il documento di protesta per le regole di accesso alle parlamentari

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