Roccamonfina – Il vero record detenuto dal territorio di Roccamonfina è il pesantissimo calo nella produzione delle castagne. Mentre in altri parti d’Italia – come il Piemonte, oppure l’Irpinia – le amministrazioni (regionali e comunali) sono state capaci di debellare quasi totalmente il flagello del cinipide, nell’area del vulcano di Roccamonfina, invece, l’incapacità è stata maestra. Mentre si pensa allo show (anche mediocre), le castagne muoiono con il rischio concreto che possa scomparire una varietà unica nell’intero panorama nazionale.
La sagra della castagna è passata da pochi giorni e appare già un ricordo lontanissimo con il suo effimero record (quello del padellone). Resta, invece, purtroppo, vivo il dramma di decine di famiglie e di piccole aziende che da decenni basano la propria economia sulla coltivazione del prezioso frutto. E’ un disastro economico quello che si sta delineando lungo i pendii del vulcano di Roccamonfina. Il raccolto di quest’anno non dovrebbe superare il 10%. Un danno enorme per centinaia di famiglia e di piccole imprese che basano la loro economia sulla castagna.
Il flagello del cinipide che da diversi anni si sta abbattendo sui castagneti dell’Alto Casertano, continua ad avere effetti devastanti sull’economia di molte comunità dell’area; comunità che traevano linfa vitale dal ciclo della castagna. Dall’inizio dell’infezione (2002) ad oggi, la produzione di castagna è ridotta, mediamente del 70%. Quest’anno potrebbe andare ancora peggio.
Ogni anno il vasto territorio – compreso fra i comuni di Roccamonfina, Teano, Marzano Appio, Tora e Piccili, Conca Della Campania, Sessa Aurunca, Mignano Monte Lungo e Caianello – è capace di produrre – in tempi ottimali – oltre 400mila quintali di castagne divise in cinque varietà; fra esse spicca la primitiva che è praticamente unica nel panorama internazionale. Numeri capaci di produrre un giuro d’affari che sfiora i 50milioni di euro ogni anno. Migliaia di famiglie, decine di imprese si reggono sulla produzione e il commercio della castagna.
I castagneti rendono unico il paesaggio e hanno sempre dato una buona rendita di sostentamento agli agricoltori che li curano con fatica, amore e dedizione, come se il castagneto di proprietà fosse davvero la loro prima casa. Da qualche anno il cinipide e le avverse condizioni atmosferiche hanno quasi del tutto azzerato la preziosa produzione, gettando nello sconforto le famiglie che avevano come unico mezzo di sostentamento per tutto l’anno solo il guadagno della raccolta delle castagne. Quest’anno pare che la produzione sia intorno al 10%.
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