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VALLE AGRICOLA – Strada provinciale da “Terzo Mondo”, un’intera comunità dimenticata

VALLE AGRICOLA. L’Avv. Luigi Cimino originario di Valle Agricola, ridente paese montano del Parco  del Matese, denuncia lo stato di abbandono della strada che porta al suo paese natio. Sono sconcertato dal fatto che ogni volta che si parla del mio paese natio se ne parla in termini di “necessità” vuoi per il lavoro che manca e perciò della riduzione dei residenti, vuoi per la carenza sanitaria dovendo recarsi nel vicino centro di Piedimonte Matese per ottenere i servizi sanitari e la cura della salute, vuoi  per la carenza di strade di accesso e di collegamento essendovene una sola e per giunta con gravi problemi di instabilità. Dal lontano 1958 di Valle Agricola si parla sempre in termini negativi: allora era il paese più povero d’Italia tanto che i quotidiani e settimanali diedero risalto allo sciopero, che si protrasse per giorni, contro le cartelle esattoriali notificate avverso le quali insorse buona parte della cittadinanza. Negli anni 1960 mancavano le scuole elementari e poi le scuole medie e così pure il medico condotto del paese ed anche la farmacia e si avvertiva  la necessità di avere in paese un’ostetrica: in quel paese mancava tutto. Finanche una casa canonica che in quegli anni venne costruita. Dal 1960 al 1970 almeno lo stato era presente con la Stazione dei Carabinieri, ma dopo il 1970 trasferirono anche quella. Nel 1975 mancava addirittura il Municipio, alloc ato in una vecchia e piccola inaccogliente struttura di proprietà dell’E.C.A ed anche allora  il Prefetto ed il Sovrintendente della Intendenza di Finanza della Provincia chiesero ai nuovi amministratori, tra cui l’Avv. Luigi Cimino appena eletto Sindaco, di “fare opera di persuasione nei confronti dei contribuenti” cosa che non poteva essere proposta ai morti: evidenziando, infatti, che i ruoli di imposta erano intestati a numerosi defunti (con i quali certo non si poteva parlare) e non erano aggiornati. Intanto, però, l’unica strada di accesso al centro montano di Valle Agricola rimaneva quella provinciale cui da qualche anno è stato attribuito il n.83 (unica cosa nuova) che collega Ailano con Valle Agricola con ben 158 curve tortuose ed impervie, molto spesso pericolose, strette e prive di protezione che rendono ogni viaggio estremamente pericoloso: né può cambiarsi percorso a meno che non si voglia raggiungere il proprio paese a piedi e neanche più a dorso di asino come avveniva, invece, nell’immediato dopoguerra. Le varie voci dei Sindaci succedutesi sono rimaste inascoltate e la strada provinciale è rimasta pressoché quella che era, senza alcun miglioramento e soprattutto piena di ostacoli e pericolosità. L’ultimo appello è stato quello del Vice Sindaco Rocco Landi , lanciato su una pagina intera de “Il Mattino” di Caserta qualche giorno fa, per una frana che ha costretto gli operatori della Provincia a transennare verso valle metà corsia della già stretta carreggiata della strada provinciale di che trattasi per evitare il peso da quel lato e conseguentemente la sicura rovina della strada: mi chiedo quanto tempo dovremo attendere per eliminare questo sconcio che rende quel tratto di strada poco più di un viottolo. Senza considerare poi che in più punti della strada predetta incombono rocce non dovutamente protette per cui, ad ogni pioggia, cadono sulla carreggiata pietre di tutte le dimensioni che non vengono sollecitamente rimosse e che sono un immediato pericolo per ogni automobilista e senza tacere che, all’intersezione con alcune strade laterali ricoperte a breccia, ad ogni pioggia, si riversa sull’asfalto sabbia e breccia estremamente e notoriamente pericolose per la circolazione dei mezzi che vi transitano. Oggi, conclude l’Avv. Cimino, ci si trincera dietro la mancanza di fondi, ma non è così: i fondi mancano quando devono investirsi sulla strada provinciale Valle Agricola- Bivio di Ailano. Ma fino a quando si dovrà attendere la risoluzione dei problemi di Valle Agricola? Forse fino a quando in quel paese, peraltro ricco di storia, di tradizioni e di attività produttive, non rimarrà più anima viva: tanto già oggi gli abitanti dicono: ”Questo è ormai un paese di vecchi e bambini”?. Mi auguro che le Autorità competenti intervengano con l’assoluta urgenza sulla provinciale torturata e dimenticata per dare un po’ di dignità, che meritano, ai cittadini che vi abitano. Voglio sperare di leggere sul mio paese, da oggi in poi, notizie buone e non negative, per non vederlo più presentare nella solita figura della “Cenerentola del Matese”.
Pietro Rossi

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