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PIEDIMONTE MATESE – Stop deroga, la discutibile scelta del Pd e…di Cappello

PIEDIMONTE MATESE. E’ ufficiale. Il sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, fuori dalla corsa al Parlamento. Il partito non ha concesso alcuna deroga. Al suo posto concorrerà il fratello Piero Cappello, attuale presidente dell’Asi. Potrebbe però non essere la stessa cosa, infatti, il carisma politico di Vincenzo Cappello è ben altra cosa rispetto alla “tecnica” del fratello Piero, sicuramente elemento validissimo ma tutto da scoprire in campo politico. Per carità, potrebbe anche essere un’autentica rivelazione, ma cambiare una macchina “da guerra” collaudata come quella di Vincenbzo Cappello, a poche settimane dal voto, appare un’azione molto rischiosa
Pur non avendo sostenuto Matteo Renzi, la famiglia Cappello, paga la “ritorsione” dei vertici del PD contro i sostenitori di Renzi alle ultime primarie. Infatti, non serve scomodare politilogi famnosi o giornalisti di alto rango o quelli depositari dell’assoluta verità e dell’esclusiva,  per capire che il limite imposto dal PD di non candidare sindaci dei comuni al di sopra dei 5mila abitanti, è una scelta punitiva per i renziani, considerato che molti sindaci, soprattutto giovani, si sono schierati con Renzi alle ultime  primarie. Quindi, i vertici del Partito Democratico hanno imposto la loro legge, a scapito degli elettori, della gente e di tanti che da anni – come Vincenzo Cappello – si battono per il territorio.

Le reazioni in paese
L’errore del sindaco di Piedimonte Matese, probabilmente, è stato quello di dare fiducia ad un partito la cui classe dirigente non ha più alcuna credibilità politica dopo aver passato gli ultimi mesi a sostenere le decisioni di Monti, votando qausi sempre insieme al tanto avversato PDL. Non è più credibile un partito che non ha spinto per cambiare una legge elettorale vomitevole che garantisce solo l a casta. La gente non ha dubbi: Vincenzo Capello non doveva candidare il fratello ma doveva trasferire altrove la propria forza. Sarebbe stata questa la lezione giusta per un “vecchio” partito che si dimostra sempre più casta.

La sfida
Sarà quindi Piero Cappello a confrontarsi nelle primarie, diverse da quelle vere, che avevavo visto in competizione Renzi e Bersani. Le primarie di Capodanno diranno addio ai gazebo di piazza, per rifugiarsi nel chiuso dei circoli di partito, dove  chi è detentore di pacchetti di tessere potrà spostare facilmente voti. Non aiuta anche la blindatura di 200 persone che non si sottoporranno alle primarie. Il rischio è di vanificare il vantaggio accumulato e trasformare queste primarie in una chiamata alla fedeltà e alla armi.  Insomma il rischio è quello di generare un partito scarsamente inclusivo, con molte preferenze e pochi voti. Un partito cresce  quando un suo componente si può riconoscere come un elemento utile per la comunità, no per chi ci sta dentro.

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