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SESSA AURUNCA – Riunione sullo smantellamento della centrale nucleare del Garigliano, Legambiente: “imperdonabile assenza del sindaco Sasso”

SESSA AURUNCA – “Martedì, 25 settembre 2018, il Presidente della 3^ Commissione speciale  “Terra dei fuochi”, avv. Gianpiero Zinzi, ha convocato una riunione per aprire la discussione sullo smantellamento della centrale nucleare del Garigliano. Tra le assenze brillava quella del Sindaco del  Comune di Sessa Aurunca, avv. Silvio Sasso, che non ha ritenuto né di essere presente, né di delegare almeno l’assessore all’ambiente.  Si tratta di un’assenza voluta, imperdonabile e a-politica. Eppure la materia è quanto mai scottante, anzi, “radioattiva”. Una pericolosa sperimentazione sta per partire, ossia lo smantellamento del vessel. Si tratta del contenitore delle barre radioattive che è fortemente contaminato.  Non si conoscono attività del genere espletate in altre centrali, ma Sogin si appresta non solo ad iniziare questa rischiosa operazione, ma, addirittura l’ha anticipata di 4 anni, dal 1923 al 1919, soprattutto per acquisire un know how da utilizzare per le tante centrali in giro per l’Europa e oltre, realizzando un vero e proprio business. Lo ha confermato anche Luca Desiata, A.D. di Sogin in una intervista sul “Messaggero” del 25 settembre scorso.“Abbiamo già il piano operativo per tutti e due i vessel ( Trino Vercellese e Garigliano) –afferma Desiata –  L’autorizzazione doveva arrivare lo scorso aprile 2018 dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) e siamo già 6 mesi in ritardo. Abbiamo già affidato i contratti, abbiamo già le ditte da attivare. Inutile ritardare sull’ autorizzazione.”

È tutto pronto e non si convoca un Tavolo della Trasparenza.

Su tale evento, l’Amministrazione comunale di Sessa Aurunca ha la responsabilità di tutelare la salute dei cittadini, sia che lo abbiano eletto, sia che non lo abbiano fatto. Eppure il Sindaco partecipa, ogni mese, all’Osservatorio presso la centrale stessa, ma non ha mai sentito, finora, il dovere di informare la popolazione, né di indurre l’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, a convocare un Tavolo della Trasparenza a più di un anno di distanza dall’ultimo che si è tenuto lo scorso anno nel mese di luglio. La legge regionale che ha istituito il Tavolo stesso, prevede che la convocazione avvenga ogni sei mesi. Altro fatto importante: le sperimentazioni in centrale, come l’ultima sulla scarifica del camino, avvengono in assenza del Piano interprovinciale di Emergenza. L’ultimo risale al 2008.  È chiaro che, alla luce delle operazioni  finora realizzate da Sogin, era più che mai importante che fosse aggiornato ogni tre anni, come prevede la legge.

Chiediamo dunque al Sindaco, e all’intero Governo della città che si assumano le proprie responsabilità, con la partecipazione ai Tavoli,  anche se convocati da esponenti dell’opposizione, perché di fronte alla tutela dei  cittadini e dell’ambiente, non si può pensare a queste logiche fuorvianti;  che si sentano in dovere di informare la cittadinanza di tutti gli sviluppi legati alla coda dello smantellamento, che ha in sé, pericolosi veleni;  che s’informino sulle analisi eseguite presso il CISAM di Pisa in relazione al procedimento penale promosso dal Procuratore della Repubblica del tribunale di S.Maria C.V., Giuliana Giuliano , nel dicembre del 2012, analisi i cui risultati nessuno ha sentito il dovere di comunicare a chi dovrebbe stare a cuore, di chi abbiamo scelto come nostri rappresentanti.

UNA PICCOLA NOTA

La centrale, su progetto dell’architetto Morandi,- ahimè entrato nelle tragiche cronache del crollo del ponte omonimo a Genova e dei poveri cittadini costretti ad abbandonare le proprie case perché c’è rischio di altri cedimentii,-   fu costruita tra il 1959 e il 1964, anno in cui  cominciò ad erogare energia. Purtroppo si verificarono vari incidenti: allagamenti (il sito si trova in area golenale), esplosione dei filtri alla base del camino, con grave dispersione di polveri radioattive nell’ambiente circostante, esperimenti con la sostituzione di 72 delle 208 barre di uranio con barre contenenti  MOX (uranio misto a plutonio); contaminazione da cesio 137, cobalto 60 e plutonio del mar Tirreno per oltre 1.700 kmq, da Ischia al Circeo,     rilevata da ben quattro campagne radioecologiche condotte dall’ENEA. Ma i fatti più drammatici rivelarono che la radioattività emessa dalla centrale colpì il DNA di uomini, donne, bambini, animali, con cancri e malformazioni che provocavano anche la morte. Ma lo Stato, nonostante le continue richieste di una indagine epidemiologica, non ha mai voluto riconoscere la responsabilità derivante dal mal-funzionamento della centrale. Il motivo è facilmente intuibile: troppi sarebbero stati i danni da pagare. Comunque la centrale fu chiusa nel 1974 per un guasto importante. Con il terremoto del 1980, furono abbandonate le velleità di riavviarne il funzionamento perché venne fuori che la centrale era stata costruita senza criteri antisismici.

La nostra vigile presenza riuscì ad evitare  l’insediamento di una centrale turbogas a ridosso della centrale nucleare, prima ancora che cominciassero le operazioni di smantellamento.”

Giulia Casella responsabile del settore nucleare del Circolo Legambiente “Alfredo Petteruti” Sessa Aurunca

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