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MONDRAGONE – Spaccio di droga sul litorale, arrestate 33 persone. Il video degli arresti

 

IL VIDEO DEGLI ARRESTI

MONDRAGONE – Nel corso delle prime ore della mattina, personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caserta e del Commissariato di P.S. di Castel Volturno (CE), ad epilogo di una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha dato esecuzione a 33 ordinanza di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della stessa Procura Antimafia partenopea, nei confronti di altrettante persone, a vario titolo indagate in relazione al reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti del tipo cocaina, crack ed hashish, aggravata dall’avere agito al fine di agevolare il clan mafioso, egemone in Mondragone, denominato “FRAGNOLI-GAGLIARDI”, dall’avere agito in numero superiore a 10 persone, dall’avere coinvolto persone minori, e dalla disponibilità di armi da parte dei componenti della consorteria criminale.

Questo l’elenco delle persone tratte in arresto. Custodia cautelare in carcere per:
1. PAGLIUCA Salvatore, detto “o’ chiatto” oppure “o’ pesante”, nato a Formia (LT) il 29.08.1979;
2. PAGLIUCA Donato, detto Renato oppure “pollicione”, nato a Formia (LT) il 02.07.1987;
3. ZAZZERA Antonio detto “Tonino ‘o mellone”, nato a Napoli il 30.06.1974;
4. GERO Ilir, detto “o’ zuoppo”, nato in Albania il 14.10.1986;
5. CAMP AIOLÀ Patrizia, detta la zia, nata aNapoli il 10.10.1961;
6. LUCCI Luigi, nato a Napoli il 28.08.1980;
7. LUCCI Nicola, nato aNapoli il 28.10.1991;
8. NORCARO Diego, detto “o’ nano”, nato aNapoli il 24.04.1983;
9. PALUMBO Luigi detto Gino, nato a Formia (LT) il 07.01.1977;
10. SCOGNAMIGLIO Luigi, detto gigino o’ napulitano, nato aNapoli il 14.05.1966;
11. GALLO Salvatore, detto pescebuono”, nato a Mondragone (CE) il 27.04.1971;
12. DE FRANCESCO Rocco, nato a S. Felice a Cancello (CE) il 09.03.1990;
13. MELE Giuseppe, detto bin laden nato aNapoli il 29.05.1986;
14. LUNGO Vincenzo, detto pinguino nato a Mirandola (MO) il 20.09.1989;
15. CLEMENTE Pierina, nata a Terracina (LT) il 12.05.1965;
16. D’ANGELO Gennaro, nato a Wuppertal (D) il 18.02.1980;
17. FRIANI Francesco, detto birillo, nato a Formia (LT) il 24.03.1991;
18. LUCCI Roberto, nato aNapoli il 14.07.1988;
19. GERO Elis, nato a Seman Fier (Albania) il 20.04.1988;
20. LONGOBARDI Ferdinando, detto o’ svitato nato a Gaeta (LT) il 09.12.90 e res. in Mondragone (CE);
21. FORTE Gino, nato a Gaeta (LT) il 06.07.1990;
22. CARDILLO Giovanni, nato il 08.11.1970 a Mondragone (CE);
23. MARTELLA Aldo, nato il 01.04.1971 aNapoli;
24. CANGIANO Vincenza, nata il 06.10.1971 aNapoli;
25. MUSTO Gennaro detto Genni, nato il 24.11.1990 aNapoli;
26. ALBANTE Loris, detto Lorenzo, nato il 16.03.1984 a Fondi (LT);
27. PAGLIUCA Giovanni, nato il 26.07.1977 a Caserta;
28. LUNGO Giovanni, nato a Caserta il 06.06.1978;
Arresti domiciliari:
29. GRIPPO Anna Lisa, nata il 05.09.1965 a Sessa Aurunca (CE);
30. FERRIGNO Salvatore, nato il 27.05.1986 a Mugnano di Napoli (NA);
31. ROBILOTTA Gennaro, nato il 10.11.1975 aNapoli;
32. TAMMARO Giuseppe, nato a Calvizzano (NA) il 02.04.1971;
33. CAPUTO Francesco, nato il 21.01.1990 ad Acerra (NA) Due persone sono attualmente latitanti.

 

 

Inoltre, sono state contestate numerosissime ipotesi di detenzione e spaccio di stupefacenti. Il provvedimento cautelare de quo, è scaturito da una complessa e articolata attività investigativa, originata dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e condotta dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Castel Volturno e corroborata da numerosi servizi di intercettazione telefoniche ed ambientali, da estenuanti e prolungati servizi di appostamento, condotti spesso anche in ore notturne, e pedinamento. Grazie alle attività d’indagine venivano eseguiti, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, in Mondragone, una serie di arresti in flagranza da parte dagli investigatori del Commissariato di Castel Volturno, nei confronti di giovani locali sorpresi a spacciare sostanze stupefacenti, del tipo cocaina e hashish. Gli arresti venivano operati principalmente all’interno della villa comunale di Mondragone, trasformata in poco tempo in una vera e propria stabile “piazza di spaccio” e di fatto sottratta alla fruizione della collettività. Nel corso delle diverse operazioni, venivano infatti tratte in arresto 7 persone, colte nell’attività di spaccio di quantitativi di stupefacente di tipo cocaina, hashish e mariujana. L’indagine traeva decisivo impulso dalle dichiarazioni rese da un giovane pusher, divenuto collaboratore di giustizia, di Mondragone che, rimasto vittima di un grave episodio di violenza, svelava l’organigramma dell’attività di spaccio realizzato, sin dal 1996, in regime di assoluto monopolio, gestione garantita dalla protezione del clan camorristico egemone facente capo ai boss irriducibili “FRAGNOLI-GAGLIARDI”, eredi del potente clan “LA TORRE”, clan al quale veniva versata come corrispettivo una ingente tangente mensile. I successivi approfondimenti investigativi permettevano di accertare che al vertice del sodalizio si collocavano PAGLIUCA Salvatore, detto “o chiatt”; ZAZZERA Antonio, detto “tonino ò mellone” e GERO Dir, responsabili anche del violento pestaggio di cui era rimasto vittima il giovane, poi divenuto c.d.g., il quale, essendo egli stesso inserito nell’organizzazione con mansioni di pusher, era stato accusato di avere violato le regole interne al clan. La penetrante attività investigativa, coordinata dalla D.D.A. di Napoli, consentiva, in breve tempo, di acquisire delineare con precisione i contorni del sodalizio criminale che, potendo contare anche su un numero considerevole di affiliati, alcuni dei quali minorenni, aveva letteralmente “occupato”, nel corso degli anni, la villetta comunale sita sul lungomare di Mondragone, trasformandola in un supermercato della droga, abitualmente frequentato da spacciatori, divenuti “padroni” dell’area, e da una vasta schiera di clienti alla ricerca delle dosi, in ogni ora del giorno e della notte.
Non diversamente da altre “piazze di droga” napoletane, lo spaccio dello stupefacente avveniva a “ciclo continuo”, grazie alla costante presenza di diversi e numerosi pushers che, alternandosi in veri e propri “turni di servizio”, assicuravano permanentemente l’approvvigionamento delle dosi. Gli stessi pushers provvedevano a segnalare ai membri del sodalizio responsabili del loro approvvigionamento l’esaurirsi delle scorte, affinché provvedessero immediatamente al loro rifornimento, individuandosi così alcuni dei sodali con il ruolo specifico di sovrintendere all’andamento delle vendite nella “piazza di spaccio”(ruolo svolto, come emerso chiaramente dalle investigazioni, da GERO Ilir prima e LUCCI Luigi poi). Le indagini di carattere tecnico permettevano anche di individuare il frasario utilizzato per indicare lo stupefacente, secondo un gergo cifrato ed allusivo che avrebbe dovuto impedire il rischio ed il pericolo di eventuali intercettazioni (per indicare la droga venivano utilizzati termini, a volte improbabili ed assolutamente incoerenti con il contesto, quali “pacchetti di sigarette”, “pizza “, “pittura per tinteggiare “, “mattoni per il muro “, “benzina per l’elicottero “). Gli investigatori ricostruivano, le diverse fasi attraverso le quali l’attività delittuosa veniva svolta, ricostruendo anche le modalità di assistenza legale che i capi garantivano ai sodali tratti in arresto. Tra le fasi dell’attività organizzata venivano accertate:
– Quella dell’acquisto della sostanza stupefacente poi “tagliata” e preparata nelle diverse dosi da immettere poi sulla piazza e pronte per essere spacciate;
– Quella della preparazione e del confezionamento della sostanza stupefacente, fase alla quale partecipavano alcuni dei membri più importanti del sodalizio;
– Quella del rifornimento della “piazza di spaccio”, secondo necessità;
– Quella dello spaccio vero e proprio. A questa fase partecipano numerosi pusher e alcuni dei membri più importanti del sodalizio;
– L’articolazione in “turni di servizio” dei diversi sodali che svolgevano il ruolo di “pusher” al fine di assicurare la continuità dell’attività di spaccio;
– Quella della raccolta del denaro provento dell’illecita attività di spaccio della sostanza stupefacente. L’acquisto della sostanza stupefacente all’ingrosso, cui sovrintendeva PAGLIUCA Salvatore, veniva operato nella zona di Secondigliano, dopodiché la droga veniva custodita presso le abitazioni di GRIPPO Annalisa, CAMP AIOLÀ Patrizia e CLEMENTE Pierina, ove successivamente lo stesso PAGLIUCA Salvatore, insieme al fratello Donato, GERO Ilir e ZAZZERA Antonio, la parcellizzavano in dosi di crack e cocaina.
La distribuzione dello stupefacente, poi, avveniva all’interno della “villa comunale” di Mondragone, luogo costantemente presidiata dai numerosi affiliati, alcuni dei quali fungevano da vere e proprie “vedette” col precipuo compito di segnalare, prontamente, l’ingresso nell’area di appartenenti alle forze dell’ordine affinché venissero adottate le necessarie cautele, ricorrendo a segnalazioni di allarme convenzionali.
Tuttavia, nonostante le cautele e le precauzioni adottate dalla collaudata organizzazione del sodalizio, il personale della Squadra Investigativa del Commissariato riuscivano più volte a penetrare nel “sistema” di spaccio, innanzitutto arrestando alcuni “pusher” all’interno della “villa comunale”, i minori V.M.A. di anni 15 e T.G. di anni 17, sorpresi in flagranza a spacciare dosi di cocaina, e poi individuando le basi operative del gruppo, cioè alcune abitazioni dove lo stupefacente veniva custodito e confezionato in dosi, gestite da CAMP AIOLÀ Patrizia, GRIPPO Annalisa e CLEMENTE Pierina, donne alle quali era riservato un ruolo di assoluto rilievo e fiducia.

Grazie ad insistenti servizi di osservazione e pedinamento, gli investigatori del Commissariato di Castel Volturno riuscivano a localizzare, facendovi irruzione, alcune di tali “basi operative”, riuscendo a trarre in arresto, nel tempo, alcuni dei membri più rappresentativi del gruppo e sequestrando significativi quantitativi di sostanza stupefacente e denaro, e dimostrando l’esistenza di una collaudata “filiera” attraverso la quale si svolgeva il traffico di stupefacenti.
Al riguardo, va ricordata l’irruzione che gli agenti della Squadra Mobile di Caserta e del Commissariato di Castel Volturno, effettuarono il 15 settembre 2010 attraverso il balcone ed utilizzando una scala a pioli, all’interno dell’abitazione di CAMPAIOLA Patrizia, dove sorprendevano la stessa donna, insieme a PAGLIUCA Donato detto Renato; ZAZZERA Antonio detto “Tonino o ‘ mellone'”, GERO Ilir detto “ò zuopp” mentre erano intenti a confezionare cocaina e crack, sequestrando 118 gr. di cocaina, bilancini, denaro e materiale necessario al “taglio” ed al confezionamento della droga.
L’operazione di polizia, a dimostrazione della stabilità del sodalizio e fungibilità dei principali ruoli operativi, non ebbe ad interrompere il fiorente giro di affari della “piazza di droga”, atteso che l’organizzazione sostituì immediatamente i sodali arrestati affidando la gestione della filiera a LUCCI Luigi, ed a SCOGNAMIGLIO Luigi, detto “gigino ò napulìtan”, con numerosi precedenti in materia di traffico di droga.
Dopo poco più di un mese, i poliziotti del Commissariato di Castel Volturno (CE) assestavano un nuovo duro colpo all’organizzazione criminale, realizzando un nuovo blitz, in Via Ponticelli a Mondragone (CE) dove era stata individuata un’altra abitazione utilizzata per la custodia della droga, alla quale si riusciva ad arrivare proprio attraverso i pedinamenti a carico del LUCCI Luigi, affidata ad un’altra donna, CLEMENTE Pierina, già pregiudicata per spaccio di droga, nonché ex suocera dello stesso LUCCI Luigi.
Infatti, il 21 ottobre 2010, fatta irruzione nell’abitazione, i poliziotti rinvenivano sul tavolo della cucina ben 306 confezioni in cellophan, contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di gr. 168, arrestando lo stesso LUCCI Luigi e la CLEMENTE Pierina.
La nuova operazione di polizia determinava anche la vana reazione dei vertici del sodalizio, diretta anche ad intimidire personale operante, cui faceva seguito l’immediata azione di contrasto che portava al fermo, disposto dalla DDA ed eseguito il 5 novembre 2010 nei confronti di alcuni dei sodali dell’organizzazione, LUCCI Roberto, FRIANI Francesco, GERO Elis e LONGOBARDI Ferdinando, in relazione ai reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, per i quali i fermati venivano poi condannati, avendo optato per il giudizio abbreviato.
A seguire venivano operati altri arresti in flagranza, nei confronti di altri due pushers utilizzati dal sodalizio, trovati in possesso di cocaina, crack e marijuana.
Ad ulteriore conferma dell’esistenza dell’organizzazione criminale in argomento, le indagini accertavano che agli affiliati veniva assicurato uno stabile stipendio – versato anche in caso di impedimento connesso ad arresti – consentito dai lauti profitti dell’attività: si calcolava che l’associazione traeva elevati proventi dallo spaccio, fino a 7 mila euro giornalieri, nel periodo estivo.
All’esito di accertamenti patrimoniali è stato disposto il sequestro di n. 11 società/complessi aziendali, 3 automobili, 3 fabbricati/unità immobiliari.

 

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