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TEANO / CALVI RISORTA – Accorpamento diocesi, Cirulli assicura: fin quando ci sarò io non accadrà

TEANO/CALVI RISORTA (di Nicolina Moretta) – “Si è parlato di accorpamento delle diocesi, state tranquilli, è stato detto a papa Francesco e fin quando ci sono io non accadrà!”, sono parole del vescovo Cirulli che in un certo senso ha tranquillizzato i fedeli. Recentemente le parole di papa Francesco hanno infatti messo in discussione le sicurezze di molti di noi. Il Santo Padre il 21 maggio 2018, all’Assemblea generale della CEI, ha riparlato dell’accorpamento e riduzione delle diocesi. L’ argomento era già stato sollevato in precedenza da papa Paolo VI e riguarda molto da vicino la Diocesi di Teano – Calvi e le Diocesi di Sessa Aurunca, di Caiazzo e di Alife. Le parole di papa Francesco hanno reso per molti cattolici il futuro incerto nella prospettiva di perdere la propria identità storica e contemporanea di fedeli. La Cattedrale di Teano è il cuore pulsante della nostra Diocesi, là ha sede il Vescovo Giacomo Cirulli ed è stato proprio Monsignor Cirulli  nella chiesa provvisoria (la chiesa tradizionale è in rifacimento) della frazione di Campagnola di Marzano Appio a rassicurare i fedeli con le parole: “Si è parlato di accorpamento delle diocesi, state tranquilli, è stato detto a papa Francesco e fin quando ci sono io non accadrà!” Parole che non hanno lasciato dubbi e ne siamo felici perché la Diocesi del proprio territorio è molto importante sia come unità ed identità di fedeli che come fatto culturale e di continuità storica. Inoltre, la Chiesa non può perseguire, come lo Stato e le aziende, un fine utilitaristico che mira al mero risparmio. I territori di periferia e i piccoli centri hanno visto chiudere uffici postali e scuole, soprattutto elementari. I paesi si spopolano e hanno perso figure educative come l’ufficiale postale che si prodigava  per l’anziano nelle procedure che doveva svolgere allo sportello, un nome concreto per tutti: la compianta Lilla Verdone; le maestre come valenza sociale, alcuni nomi da ricordare: Lina Giuliano, Maria Vincenza De Stasio, Pasqualina Sarcione (detta Giuseppina). Tutto ciò mentre nella società si registra il fenomeno dell’analfabetismo di ritorno che è anche emotivo e valoriale. E’ giusto, dunque, che la Chiesa resista e che rimanga le Diocesi così come sono, ma soprattutto la Chiesa in “uscita” di papa Francesco che va verso gli umili e le persone semplici, è giusto che rimanga così com’è nella sua opera di evangelizzazione dei luoghi sia a livello di simboli che valoriale. Una chiesa senza il proprio parroco sarebbe come un campanile senza la campana, grazie a Dio nella nostra Diocesi c’è abbondanza di sacerdoti; così come la Diocesi senza il proprio Vescovo sarebbe come una Cattedrale senza il Campanile che si staglia possente e sicuro sino al Cielo ad orientare il cammino ai passanti.

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