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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Bomba contro attività commerciale, indagano i carabinieri

SANTA MARIA CAPUA VETERE (giovanni valerio de cristofano)  – proseguono senza sosta gli attentati nei confronti degli esercizi commerciali casertani. La scorsa notte, pochi minuti prima dell’una, un ordigno ha fatto saltare la serranda della lavanderia “Bolero Fashion”, sita in via Jan Palach a Santa Maria Capua Vetere. L’esplosione, oltre alla  grande preoccupazione  per gli abitanti di ‘Central Park’, ha causato ingenti danni agli infissi e ai macchinari del negozio, nonché alle automobili parcheggiate all’esterno. Ancora una volta tutto lascia ipotizzare il coinvolgimento della criminalità organizzata nell’accaduto. Anzi, stavolta sembrano proprio non esserci dubbi a riguardo. Si tratta infatti del secondo attacco al negozio nel giro di dieci giorni. Il primo era un tentativo di incendio non riuscito. Va detto, inoltre, che la titolare dell’attività è la vedova di Michele Orsi, il super-pentito di ecomafia ucciso dalla camorra quattro anni fa.

Il 21 novembre scorso la moglie di Michele Orsi, Miranda Diana, aveva giA denunciato un attentato alla lavanderia in via Jan Palach, Bolero Fashion, gestita dalla famiglia Orsi. Ignoti avevano sparso del liquido infiammabile sulla saracinesca del negozio e avevano appiccato il fuoco durante la notte, ma la fiamma si era poi spenta da sola. Questa notte, invece, lo scoppio della bomba carta piazzata all’esterno del negozio ha danneggiato la saracinesca e le autovetture parcheggiate. La lavanderia era intestata al figlio dell’imprenditore, Orlando, ma era gestita dalla madre, ex insegnante delle elementari e una delle principali testimoni al processo di primo grado sulla morte del marito. I primi rilievi della scientifica sono stati eseguiti, questa mattina, dalla polizia del commissariato, ma le indagini ora passeranno nelle mani dei carabinieri che hanno accolto la prima denuncia della vedova Orsi. Solo ieri i giudici della corte di Appello di Napoli hanno emesso la sentenza che condanna Giuseppe Setola e Alessandro Cirillo all’ergastolo per l’omicidio dell’imprenditore del settore rifiuti con la Eco4, compiuto nel giugno 2008 davanti al Roxy bar di Casal di Principe. La motivazione della sentenza di primo grado che retto in Appello era stata depositata nel luglio del 2011. Ventisei erano state le udienze che erano state discusse nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere, 48 tra testimoni e collaboratori di giustizia ascoltati, sette condanne inflitte ai sette imputati. Il giudice estensore della sentenza, Assunta d’Amore, presidente Elisabetta Garzo, racchiuse in 800 pagine la storia del sistema di penetrazione criminale nel settore dei rifiuti in provincia di Caserta in cui lo strumento della societa’ mista pubblico-privata consentiva ai clan di inserirsi nel governo locale garantendo un monopolio nella raccolta dei rifiuti. Una frase di Michele Orsi raccolta dai pm dell’Antimafia nel 2007, era stata inserita ad apertura della motivazione di 800 pagine: “La Eco4 e’ una societa’ che faceva comodo a tutti”

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