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PIGNATARO MAGGIORE – Colto da malore lungo la Casilina, tutti indifferenti: salvato dall’ex presidente del Consiglio. Storia di ordinaria indifferenza

PIGNATARO MAGGIORE – Un uomo colto da malore lungo la statale Casilina, decine di auto passano, decine di persone restano indifferenti. Il sole picchia forte. L’uomo, sconosciuto, è a terra, sul ciglio della strada, i suoi piedi superano la linea bianca che delimita la carreggiata. I soccorsi all’uomo saranno portati dall’ex presidente del consiglio comunale, Ilaria Bovenzi. E’ lei l’unica a fermarsi. E’ lei ad allertare i soccorsi che arrivano tramite un’ambulanza del 118.  E’ la stessa Bovenzi (attraverso facebook)  a raccontare i fatti accaduti ieri pomeriggio:
“Storia doppiamente triste: nel pomeriggio di oggi percorrevo la Casilina per rientrare a casa quando, con la coda dell’occhio, scorgo un corpo riverso sul ciglio della strada, tra l’erba. Non appena posso faccio inversione per tornare indietro e chiamo il mio fidanzato che percorreva la medesima strada a quell’ora.
Giungo sul posto, lascio la macchina con le quattro frecce sulla carreggiata, è proprio un uomo. Un anziano. Lì a terra, al sole, sul ciglio della strada con i piedi quasi oltre la linea che delimita la carreggiata.
《Signore, come sta?》gli urlo. Lui fa un cenno con la testa, scoprendo leggermente il volto rosso contornato da barba bianca ed un berretto. Non riesco a sentire cosa dice perché sono dall’altra parte della strada, le macchine sfrecciano, poi un trattore, le ruote sono così grandi che mi spavento. Intanto il mio ragazzo mi raggiunge ed è al telefono con il 118. Passa un tir, trattengo ancora il sospiro. Faccio segno di rallentare e attraverso. Gli parlo ancora 《come sta?》, fa cenno di stare “bene”. 《Cosa è accaduto? Perchè é qui, da solo?》Farfuglia sussurrando qualcosa senza farsi ben capire, non credo sia italiano. Intanto attendiamo l’arrivo dell’ambulanza.
Gli parlo ancora
《Dove abita? Ha dei parenti, una famiglia?》Stavolta la risposta è fin troppo chiara: scuote la testa per esprimere un deciso No. Intanto saranno passati 10/15 minuti, saranno sfrecciate decine e decine di auto su una strada che non ha spazio oltre la carreggiata e abbiamo quasi impegnato la corsia opposta con le nostre due auto. Quindi, inevitabilmente, rallentano. Siamo io, il mio fidanzato e l’uomo riverso a terra. Nessuno si ferma, nessuno. Per chi passa la scena non è chiara così come inusuale è la situazione in sè: Siamo quasi all’altezza della stazione del mio paese, passano auto di continuo, l’orario è quello del rientro da lavoro per molti; purtroppo costretta lì, in un angusto spazio tra la strada e la scarpata, riesco a guardare in viso quasi tutti i passanti. Tra una parola all’uomo《Non si preoccupi, ora la aiutiamo》ed una mano alzata per far rallentare le auto vedo davvero tante persone. Ho il tempo di riflettere su quanto ingiusta sia la vita, su quanto estreme le condizioni per molti, disumane, inaccettabili, su quanta storia possa state dietro un volto sconosciuto e solo. Poi, tra la gente che continua a passare, scorgo anche conoscenti, persone con cui ho avuto a che fare, ci si guarda reciprocamente, ancora la scena di due giovani con un uomo anziano riverso a terra sulla strada statale è almeno allarmante. Ma niente. Nemmeno le facce note si fermano dopo un accennato rallentare. Allora lì la consapevolezza più amara, triste e sconcertante. Non importa quante belle parole diciamo, quante idee lodevoli sbandieriamo, quanto pensiamo di predicare bene e come pensiamo di cambiare il mondo, quanto ci impegniamo in eventi vari, quanto ci dedichiamo alla politica se, davanti ad una scena come quella che ho vissuto oggi, l’INDIFFERENZA più totale regna sovrana.
Ecco perchè nella mia stupida “descrizione” di Facebook trovate solo una semplice frase da sempre “ODIO GLI INDIFFERENTI” del buon Gramsci. Perchè sono umana, quell’odio lo provo davvero. E non mi serve dire qual è la mia idea politica. È questa qua, quella umana, di resistere alla disumanità, di sentire le ingiustizie contro chiunque e reagire, senza troppe bandiere, pugni alzati e fronzoli vari.
Anche oggi ho avuto l’ennesima lezione. Spero di essere migliore domani e spero che anche quell’uomo (che nemmeno il nome mi ha saputo/voluto dire) trovi una giornata migliore”.

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