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SESSA AURUNCA – “La Settimana Santa”: un excursus tra le più belle tradizioni della città

Sessa Aurunca – Nel nostro Paese, soprattutto al Sud, la devozione assume un aspetto predominante soprattutto nei piccoli centri dove l’arrivo di avvenimenti come la Pasqua sono preceduti da rituali ormai senza tempo. Ci stiamo lentamente avvicinando alla Pasqua, mancano, infatti, ormai pochi giorni prima che arrivi questa ricorrenza così sentita soprattutto dai cristiani e ogni paese si prepara ad onorarla. Al sud, una delle “Settimane Sante” degne di nota è quella di Sessa Aurunca, dove avvengono interessanti e suggestivi rituali, che precedono la Pasqua. La settimana santa si apre ufficialmente con processioni penitenziali di confraternite cittadine che dalle rispettive chiese si recano presso la cattedrale per l’adorazione del Santissimo Sacramento. Considerate retaggio del passato risalenti al medioevo, le confraternite presenti a Sessa Aurunca sono sei  e tutte raccontano una storia di devozione. Le arciconfraternite sono quella di San Biagio, quella del SS. Rifugio, del SS.Crocifisso e Monte dei Morti, della SS.Concezione, di San Carlo Borromeo, e infine quella del SS.Rosario, tutte distinte tra loro dai colori dei saii indossati dai confratelli, tutte nate in periodi diversi,  che adorano santi diversi  ma in tutte si evince lo stesso ardore nella fede.

La settimana inizia con la processione del Lunedì che viene fatta dalla Confraternita di San Biagio che parte dalla chiesa dell’Annunziata  e raggiunge la cattedrale.

La mattina del Martedì  Santo invece iniziano a muoversi in processione gli incappucciati della SS.Crocifisso e Monte dei Morti, questi sono congregati veramente particolari poiché indossano saio e cappuccio nero e dalla chiesa di San Giovanni  a Piazza. Questa arciconfraternita è quella che organizza la maggior parte dei riti quaresimali.

Il Mercoledì Santo è di scena la Confraternita di San Carlo Borromeo, vestita di bianco con il cordone rosso, questa era la congregazione che nei tempi antichi era formata dagli artigiani e dai manovali presenti in città, a chiudere i riti penitenziali del mercoledì c’è  invece la confraternita della Vergine del Rosario considerata anticamente formata dai nobili della città. In questo stesso giorno conclusasi la processione ha inizio un rituale molto antico l’Ufficio delle Tenebre o anche detto popolarmente “Il Terremoto”, un rituale che viene svolto all’interno della Cattedrale, fatto di luci e ombre dovute alla presenza di candele che man mano si spengono e che simboleggiano il tradimento da parte di Giuda verso Cristo e il calvario di quest’ultimo.

Nella serata del Giovedì Santo, nella chiesa di S. Giovanni a Villa, a cura dell’ Arciconfraternita del SS. Crocifisso, si rinnova annualmente la tradizione di allestire il Sepolcro. Ma sono gli altari della Reposizione, in cui vi è il tabernacolo che custodisce l’Eucarestia consacrata nel corso della S. Messa in Coena Domini, i veri potagonisti del Giovedì Santo sera. Questi vengono allestiti in tutte le parrocchie della città.

I rituali continuano il Venerdì Santo, quando vengono celebrati i 4 misteri, all’interno della cattedrale  verso le ore 19.00 si inizia ad udire un canto funebre, l’Arciconfraternita del SS.Crocifisso porta in spalla le statue effettuando un movimento ondeggiante chiamato “culunnella”. Chiudono le celebrazioni del Venerdì il corteo delle Tre Marie, tre statue raffiguranti la Vergine addolorata, Maria Maddalena e un’altra donna vestite con abiti neri e seguite da un corteo di donne scalze e a lutto che hanno grossi ceri in mano e pregano affinché Cristo faccia loro una grazia. Al passaggio della processione si accendono enormi falò formate da fascine adagiate nei quartieri dove avviene la processione. Dopo una lunga e suggestiva processione, tutti ritornano alla chiesa San Giovanni a Villa. Caratteristica importante del Venerdì Santo, è il “Miserere”: si canta in trio ma è come se si sentisse una voce sola. Le tre voci – bassa, media e alta – producono un lamento sonoro doloroso, le parole del Salmo 50 di Davide si percepiscono a tratti, che si diffonde nelle chiese e nei vicoli antichi, creando trai partecipanti un forte senso di pietà e commozione.

Ultimo giorno della settimana santa è il Sabato dove l’emozione è palpabile  già dalle prime ore del mattino, quando si ripropone l’immagine scenica della suggestione del Calvario di Cristo. Il suo corpo viene tolto dalla croce e consegnato alla Madre che insieme a Maria Maddalena lo accolgono in un abbraccio.

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