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MARZANO APPIO / VAIRANO PATENORA / CAIANELLO – Bambina molestata, slitta ancora il processo. L’indagato: sono innocente

MARZANO APPIO / VAIRANO PATENORA / CAIANELLO – Ancora nulla di fatto all’udienza preliminare del processo a carico di un professionista accusato di aver molestato una bimba. Per un difetto procedurale l’udienza è stata rinviata di qualche mese. Stessa sorte dell’udienza dello scorso gennaio 2018. Davanti al Gup un professionista di Caianello che avrebbe molestato e abusato, più volte, di una bambina di appena cinque anni. Intanto il professionista si difende e attraverso il proprio legale avrebbe già attuato ogni azione per respingere le gravi accuse a suo carico.
La vittima sarebbe la figlia della domestica che curava le faccende nella casa dell’indagato. Antonio Russo, 63enne originario di Marzano Appio, sarà davanti al giudice che deciderà, il giudice, se rinviare a giudizio oppure no l’indagato, difeso dall’avvocato Fabrizio Zarone. La parte offesa, la bimba di cinque anni, si costituirà in giudizio attraverso i propri genitori, difesa dall’avvocato Ernesto De Angelis.
Sarebbe stata proprio la madre della bimba a sporgere denuncia presso i carabinieri della stazione di Vairano Scalo, competenti per territorio. Gli uomini agli ordini del maresciallo Palazzo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno condotto le indagini sul caso. I fatti contestati sarebbero accaduti il 27 dicembre del 2016. Mentre la madre della bimba svolgeva le faccende domestiche, Russo avrebbe avvicinata la piccolina costringendola a compiere alcuni atti sessuali. Nei mesi scorsi, a conferma dell’impianto accusatorio, si è svolto l’incidente probatorio nel quale i tecnici nominati dal giudice per le indagini preliminari hanno certificato la sincerità della bimba e la sua capacità a testimoniare sulle circostanze oggetto dell’indagine. Probabilmente Russo ha evitato gli arresti solo grazie alla adeguata strategia messa in campo dal proprio difensore. Secondo l’accusa, il professionista, approfittando della ripetuta presenza nella propria abitazione della bimba, che seguiva la madre (residente a Vairano Patenora) nelle ore di lavoro, avrebbe utilizzato la piccina per soddisfare i propri – insani – istinti. Intanto il professionista si difende e attraverso il proprio legale avrebbe già attuato ogni azione per respingere le gravi accuse a suo carico.

 

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