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Roccaromana – Maria, Silvia e Giuseppe: triste storia di tre fratelli sfortunati. Il sindaco tutore e la bimba “fantasma”. Storie di ordinaria indifferenza

Roccaromana – Questa è la storia di tre fratelli di Roccaromana che hanno avuto la sventura di essere diversi. Maria, Silvia e Giuseppe, che in età adulta hanno mostrato segni di labilità mentale. Maria, insegnante di scuola materna, per i suoi problemi dopo appena qualche anno ha dovuto lasciare l’insegnamento, Silvia, dopo alcuni anni vissuti come in Svizzera, è tornata manifestando problemi simili a quelli della sorella.  Giuseppe che ha sempre vissuto a Roccaromana arrangiandosi con lavoretti nel suo appezzamento di terreno, anche lui con problemi di labilità. I tre vivono con la mamma, vedova, che non ne vuole riconoscere la malattia dei figli e rifiuta ogni tipo di cura, che il sacerdote e cittadini generosi, propongono di seguire. L’anziano genitore  muore ed i tre figli rimangono soli, autosufficienti, ma con evidenti problemi di relazione e di cura della casa, che diventa un vero e proprio tugurio. Negli anni, inutili gli interventi del Comune, del personale specializzato della ASL e dei Carabinieri. I tre continuano a vivere in un’altra dimensione, peraltro per ognuno personalizzata.
Maria rinchiusa in casa da anni, Silvia iperattiva e con manie di persecuzione, Giuseppe, attivo e tranquillo nella sua diversità, al punto da costruire una relazione con una donna rumena. Nasce anche una bambina che, pare,  non è registrata al comune di Roccaromana, pur frequentando l’asilo infantile. A seguito di numerosi eventi, mai pericolosi, ma certamente fuori dai comuni canoni della normalità, Maria e Silvia subiscono un TSO improvviso e traumatizzante e sono ospitate e gestite, in alcune strutture pubbliche della zona, Sessa Aurunca e Marzanello, per risiedere infine attualmente nella struttura privata di Baia e Latina.
Interviene intanto il tribunale di Santa Maria Capua Vetere che nomina tutore dei tre fratelli  il sindaco pro tempore di Roccaromana. Tutore. Una parola che implica responsabilità ed è riferita a un soggetto che deve assicurare protezione, tra l’altro, ad una persona incapace.
Il primo cittadino, in qualità di tutore, tra l’altro, detiene i risparmi degli sventurati, incassa le pensioni di invalidità sociale, per provvedere alle spese di primaria necessità.
Dunque nella casa di Roccaromana rimane il solo Giuseppe, che vive con la compagna ed una bambina di cinque anni. Succede che in questa casa manca la corrente elettrica dalla metà  di dicembre.
Inspiegabile perché ciò sia successo. Irresponsabile chi, a ciò demandato, non ha pagato le bollette, ancora peggio non accogliere le segnalazioni disperate di Giuseppe, che denuncia di dover bollire ogni mattina l’acqua per potersi lavare alla meglio e di come essi vivano della disponibilità di persone buone che accolgono la bambina per farla riscaldare.  A nulla vale, ed è addirittura brutale, individuare nella signora rumena tutte le colpe ed anche la mancata partecipazione economica. Questo, probabilmente,  serve solo a giustificare la coscienza di chi, incapace di affrontare e gestire situazioni socialmente critiche, scarica su persone deboli e limitate, colpe di cui nemmeno hanno consapevolezza.
Chi ha responsabilità nel distacco dell’energia elettrica alla famiglia?
Il sindaco tutore doveva provvedere al pagamento delle fatture per l’elettricità?
Se sì, perché non è stato fatto?
Nessun essere umano può essere trattato così, a maggior ragione se si tratta di persone diverse, sfortunate, ancor di più se c’è presenza di bambini. Qualche giorno fa è stata riattivata la corrente. Finalmente. Tutto dimenticato? Tutto risolto?
L’inverno è quasi passato, Natale  e il calore delle case ormai un ricordo, fra poco è primavera e staremo come lucertole al sole. Anche Giuseppe e la bambina potranno stare nel piccolo cortile dietro casa o per strada a perder tempo ed immagazzinare un po’ di calduccio. Possono vivere spensierati con una pensione di invalidità sociale di euro 280,00 da altri amministrata?  Situazione delicata e complessa, molto più di quanto detto. Il Comune sa, vede, ma cosa mette in atto per migliorare, se non risolvere, tale difficile situazione?

 

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