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CASERTA – Camorra: per l’antimafia i casalesi sono ancora all’apice della criminalità organizzata, ecco la mappa dei clan

CASERTA – È sconcertante il quadro che viene fuori dalla relazione semestrale della Direzione Nazionale Antimafia trasmessa oggi alla Camera dei Deputati. I magistrati infatti sostengono che in tutto il territorio della provincia di Caserta la presenza della criminalità organizzata è ancora massiccia nonostante il numero esponenziale di arresti avvenuti negli ultimi tempi e il sempre crescente numero di collaboratori di giustizia. Il territorio della provincia di Caserta, sostengono gli inquirenti, risulta spiccatamente segnato dalla presenza del cartello dei Casalesi, composto dalle famiglie Schiavone, Zagaria, Iovine (il cui capoclan Antonio è collaboratore di giustizia) e Bidognetti, al quale risultano confederate numerose altre organizzazioni camorristiche locali. All’apice della gerarchia dei clan continua ad esserci il gruppo Schiavone, recenti indagini hanno fatto emergere la spiccata proiezione del clan verso gli appalti pubblici ed il settore del gioco online, avvalendosi delle confederate famiglie Russo e Venosa, quest’ultima attiva anche nella gestione e nel controllo diretto delle piazze di spaccio del casertano. Un ruolo importante nel business della malavita è svolto dal clan Zagaria che riesce a mantenere una vocazione imprenditoriale grazie ai rapporti consolidati negli anni con amministratori pubblici corrotti anche oltre la regione Campania.  Nella zona dell’agro aversano è forte la presenza del clan Bidognetti, operante soprattutto nell’area di Parete e Lusciano praticando principalmente l’attività estorsiva risorsa primaria per il sostentamento degli affiliati all’organizzazione criminale.  Al di fuori del cosiddetto “Sistema”, di cui ha ampiamente parlato Roberto Saviano scrittore ormai icona dell’anti camorra (nonostante alcune sue contraddizioni) è il gruppo Belforte originario di Marcianise e attivo, anche attraverso gruppi satellite, nei comuni di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casagiove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni e San Felice a Cancello. Si tratta di un territorio caratterizzato da importanti realtà industriali e commerciali, dove i Belforte rappresentano una delle compagini criminali più radicate e in grado di sfruttare, per i propri scopi illeciti, anche operatori economici compiacenti. Un sotto clan dei Bidognetti è rappresentato dal gruppo Menditto, Bione e Massaro, quest’ultimo operante nel comprensorio di Santa Maria a Vico, Arienzo e San Felice a Cancello. Dalla relazione della DNA resa nota oggi è emerso che Sessa Aurunca e Mondragone risultano appannaggio dei Gagliardi-Fragnoli-Pagliuca, eredi della famiglia La Torre, legati ai Bidognetti e dediti prevalentemente a traffici di stupefacenti e alle estorsioni. A Santa Maria Capua Vetere sono presenti, invece, il gruppo Del Gaudio (Bellagiò) e l’antagonista Fava, quest’ultimo recentemente indebolito grazie alla collaborazione di alcuni elementi di spicco del sodalizio criminale.

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