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ROCCAMONFINA – Lectio Divina, il Vescovo Cirulli: “ Per essere con Gesù, bisogna essere il servo degli ultimi”

Roccamonfina (di Nicolina Moretta) – È domenica pomeriggio e la neve della notte ha imbiancato i castagneti che circondano il Santuario dei Lattani. Ora i motori delle automobili e un pullman venuto da Riardo riscaldano l’aria e riversano sulla via fedeli che con passo veloce raggiungono il Santuario Mariano. L’interno del Santuario è stipato di persone che occupano all’in piedi persino lo spazio vicino al pulpito dell’altare. La parola del vescovo Giacomo Cirulli non si fa attendere, egli così inizia a dire: “ Oggi staremo un po’ più di tempo insieme in ascolto della Parola e a meditare sulla chiamata”. E inizia con una sintesi dei tre incontri precedenti: “ Marco ci voleva trasmettere l’autorità della chiamata di Gesù, alla quale non si può frapporre nulla. Abbiamo, poi, visto Paolo, l’apostolo delle genti: ‘ Non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me’. Infine, Pietro: ‘ Signore, allontanati da me che sono un peccatore ‘; distanza tra Dio e l’uomo che viene colmata da Gesù”:. E per questo incontro Monsignor Cirulli inizia ad affrontare il tema: “ Maestro, dove abiti? “. – “ Oggi la chiamata secondo il Vangelo di Giovanni (1,35-42) compare la domanda: “ Che cercate? “, come dopo la scoperta del Sepolcro vuoto: “ Chi cerchi? “ a Maria Maddalena. Ecco anche a noi qui. Siamo qui numerosi, e di questo vi ringrazio, grazie, grazie, grazie, ma che cercate? Siete venuti qui, siete venuti qui perché c’è l’invito attraverso la mia bocca di Qualcuno. Cosa cerchiamo? Dove abiti? Perche sei qui? Che vuoi da me? Maestro dove abiti? Dov’è la tua dimora? Dove rimani? Dov’è la tua consistenza? In chi? Dice andarono, dunque, e videro dove abitava e si fermarono presso di Lui. Ma Gesù non ha una casa, gli uccelli hanno un nido, ma il figlio di Dio non ha dove posare il capo. Il Vangelo ha una risposta, Lui dimora nel Padre, il Padre è casa sua, nella comunione di vita di Gesù con suo Padre. Vogliamo stare con te Gesù, nella tua stessa vita, perché è lì che vive con il Padre. È lì il posto nostro, in Gesù che è il Padre nella Santissima Trinità. È questa l’attesa più grande e più bella che possiamo avere”. Ma solleticare con arguzia la platea è una peculiarità specifica del vescovo Cirulli che chiede: “ Voi ricordate qualche ora importante in cui avete incominciato a vivere con Gesù? E per Gesù? Non per tradizione o per abitudine. Gesù costituì il gruppo dei dodici apostoli, perché stessero con Lui e poi per mandarli a predicare. S’impara alla scuola di Gesù, stando con Lui. La prima cosa, si deve stare con Gesù: ‘ Vieni e vivi con me ‘. In questo incontro abbiamo esposto l’Eucarestia, è il segno, è proprio quello. Bisogna dare con Gesù, abitare in Lui “. A questo primo brano evangelico segue una meditazione e un canto liturgico per invocare lo Spirito che ci guidi. Così prosegue Monsignor Cirulli: “ Dal Vangelo di Marco (10, 17-27). A guardar bene un tale gli chiede: “ Maestro buono, che devo fare per avere la vita eterna?” Gesù apre all’accoglienza di questo tale perché egli osserva le leggi del Padre. Gesù risponde: ‘ Una sola cosa ti manca: vendi tutto e dallo ai poveri’. Gesù gli fa una dichiarazione di amore totale: lascia tutto e aiuta i poveri, quelli che sono i preferiti del Padre mio. È nella Bibbia che ci viene detto l’amore preferenziale di Dio per i poveri. Lascia tutto e avrai la vita eterna. Ma egli aveva molti beni. Quante volte per la paura di lasciare quanto è proprio si rimane a mezz’aria. Quante volte ho dovuto vedere volti tristi che hanno deciso di non seguire Gesù in questa maniera. Mi rivolgo ai giovani: che Gesù possa diventare l’unica vostra ricchezza. Il problema della ricchezza di soldi, familiare, di affetti, c’è stata sempre. Quanto difficilmente coloro che hanno e amano la propria ricchezza entreranno nel Regno di Dio? Ma dice Gesù: ‘A Dio nulla è impossibile’, Bé, apriamoci alla speranza. Diciamo: bé, Signore, dato che nulla è impossibile a Te, Tu non passare avanti e riprovaci con il mio cuore”. Segue una pausa canora, dopo il silenzio della meditazione. E il vescovo Cirulli riprende dal Vangelo di Marco (5,1-19): “Prima abbiamo visto che ci sono degli ostacoli che si frappongono alla sequela di Gesù. E qua c’è un grande ostacolo: uno spirito impuro. Gesù va a evangelizzare e il primo ostacolo che incontra è quest’uomo indemoniato da uno spirito impuro. Sapete che significa? Che in quella zona regnava satana. Lì erano così abituati a farsi indemoniare da satana che non gli stava bene che ci stava Gesù. Dopo l’esorcismo. Così è iniziata l’evangelizzazione del territorio, con uno scontro frontale di Gesù. E Gesù lo sconfigge lo spirito impuro, ma fin quando ci sarà la storia, lui ci proverà sempre. Ma Gesù ha vinto e così noi possiamo vincere. Questo mondo è il Regno di Dio e non di altri, possiamo stare tranquilli. Come l’indemoniato che ha riconquistato la sua libertà di vivere da figlio di Dio”. Segue una pausa canora e il vescovo riprende: “Questo episodio, alla fine di una parte del Vangelo di Marco è che Gesù vuol far capire ai suoi il principio del discepolato. Siamo partiti stasera con: ‘Chi cercate?’ Gesù aveva parlato loro della croce, della vita donata. Andare con Lui, significa: donare la vita. Ma i discepoli non l’avevano capito. Giacomo e Giovanni volevano sapere se potevano stare alla sua destra e alla sua sinistra. Gesù gli risponde se erano disposti a bere al calice dove Lui beveva. Gesù dice che per essere il primo bisogna essere il servo degli ultimi . Sapete la cosa più difficile qual è? Diventare servi. Fratelli – rivolto direttamente ai fedeli – fra noi è una gara a diventare servi di tutti? – Una risata fragorosa si leva nel Santuario – Bè, vi siete messi a ridere, guardate le nostre comunità parrocchiali – la risata si ripete – La gara è a chi comanda di più nel mondo”. Ritorna al Vangelo: “E poi sappiamo come vanno le cose durante la Passione. I dodici apostoli vedono, ma non avevano capito niente. Invece, il cieco, Bartimeo, è cieco e sta fuori dalla strada, è tenuto a distanza, perché non ci vede. Marco ci sta dicendo: chiedi a Gesù di ridarti la vista, perché non ci vedi. Anche noi, noi dovremmo portare la gente a Gesù, ma molte volte l’allontaniamo da Gesù. Bartimeo riprende la vista e prenderà a seguire Gesù, che lo porterà a Gerusalemme. La sua fede l’ha salvato. Bartimeo ha capito chi è Gesù e cosa deve fare: donare la propria vita per il bene di tutti. Bartimeo ha la vista e sa dove sta andando”. E così conclude l’ultima Lectio Divina: “ Così noi chiediamo: voglio vederti Gesù, voglio seguirti come il cieco di Gerico, voglio portare la Croce come Gesù. Donare la vita al servizio di tutti, e diciamo: voglio essere tuo discepolo”.

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