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PIEDIMONTE MATESE – Scuola e violenza, lite al Falcone: quando il cattivo esempio viene dall’alto

PIEDIMONTE MATESE – Il mondo della scuola sempre più avvolto in casi di violenza. Violenza commessa un po’ da tutti. Alunni contro docenti, docenti che maltrattano bambini e poi, a condire un quadro già fatto “di colori forti” ci si mettono pure le mamme. E’ il caso di qualche giorno fa accaduto all’Istituto Comprensivo “G. Falcone” di Piedimonte Matese presso il plesso di Sepicciano allorquando due giovani mamme, dopo una lite furibonda, sono venute addirittura alle mani. Lo scrittore americano Mark Twain ha sempre sostenuto che “ci sono tre cose che una donna è capace di fare con niente: un cappello, un’insalata e una scenata”. E già. Un diverbio, anche e soprattutto fisico, all’entrata della scuola primaria, all’interno dello spazio scolastico, in una succursale frequentata da circa 150 bambini. Una scena tratta “dall’Inferno dantesco” anche se l’opera alla scuola primaria non si studia. Il povero poeta fiorentino, padre della nostra lingua, si sarà “rivoltato” per un attimo e avrà sussurrato “lasciate  ogni speranza, o voi che entrate”.  Una cosa del genere se fosse successa in uno stadio alle giovane mamme sarebbe stato “ordinato” il DASPO e cioè il divieto assoluto di avvicinarsi ad uno stadio di calcio. Forse la Dirigente Scolastica del Falcone dovrebbe adottare qualche provvedimento simile, visto che in quella scuola continua un via vai di genitori che in alcuni casi rischia di diventare “ostruttivo” a quella che è la didattica ordinaria. Le mamme i propri figli dovrebbero lasciarli fuori al cancello principale e non accompagnarli fino in classe. Certo non mancano anche le responsabilità delle stesse docenti che in alcuni casi fanno “cumpar e cumpariell”. A tutto ciò va posto un freno.  La scuola dovrebbe essere un trampolino di lancio della cultura e non della violenza. Atti del genere vanno condannati e le giovani mamme (che continueranno la lite in qualche tribunale) dovrebbero chiedere pubblicamente scusa a 150 bambini che frequentano quella scuola per l’indecorosa scenetta e il cattivo esempio dato. Se a tutto questo poi, si aggiunge il “dettaglio” che la rissa dell’altro giorno sarebbe stata scatenata da una insegnante (non di quel plesso), allora la cosa appare davvero drammatica

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