Alife – L’esame medico legale sul corpo dell’imprenditore Giuseppe Leggiero avrebbe chiarito una sola ferita inferta dal coltello scagliato dal figlio. Un dettaglio che confermerebbe, quindi, la tesi della difesa che parla di tragico epilogo di un litigio familiare. Questo renderebbe meno pesante la posizione dell’indagato, reo confesso del delitto. Il figlio, reo confesso del delitto, ha confermato la sua linea difensiva affermando che avrebbe ferito il padre mortalmente lanciandogli contro una serie di oggetti, fra cui il grosso coltello utilizzato per la lavorazione del formaggio. In sostanza se nel prosieguo dell’indagine dovesse emergere la volontarietà del gesto da parte di Daniele, 28 anni, allora l’indagato rischierebbe una pena pesantissima che potrebbe arrivare fino a 30 anni di carcere. Se invece la difesa riuscirà a far passare la propria linea che punta all’omicidio preterintenzionale (quello commesso «oltre l’intenzione». In poche parole, il colpevole vuole solo picchiare, percuotere o comunque provocare lesioni alla vittima, senza volerlo uccidere: a causa delle ferite, però, il soggetto muore) potrebbe ottenere una pena che potrebbe arrivare massino a 18 anni di carcere. Attualmente l’indagato resta agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
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