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Vairano Patenora / Teano – Storico incontro, Pappalardo: dibattito serio per ridare dignità storica al popolo meridionale

Vairano Patenora / Teano –  L’annosa diatriba se l’incontro che ha dato origine a quest’Italia “unita” sia avvenuto a Vairano o a Teano, non mi sollecita minimamente. A me sta bene, chè mi pare attendibile e ampiamente documentata la risposta che dà Giuseppe Monsagrati, professore di Storia del Risorgimento presso l’Università di Roma La Sapienza, alla domanda “dove avvenne l’incontro tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi?” Lo storico della Treccani scrive: «la notizia, accolta dalle cronache del tempo e passata poi in molti manuali di storia, in assenza di una relazione ufficiale delle autorità militari, è stata in seguito messa fortemente in dubbio dagli storici sulla base di testimonianze di alcuni dei personaggi che assistettero all’evento e che indicarono come punto dell’incontro il quadrivio di Taverna della Catena nel comune di Vairano Patenora, essendo peraltro vero che a Teano i due protagonisti si dettero il saluto di commiato, dopo aver cavalcato affiancati sin lì». «Tale tesi – sottolinea ancora Monsagrati –, espressa nel 1909 da un generale (G. Del Bono) dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore Esercito, benché contestata nel 1911 da uno studioso locale (V. Boragine) col sostegno di un altro ufficiale dello Stato Maggiore, è oggi ritenuta la più fondata e ha in questi ultimi anni ricevuto il conforto di ulteriori e bene documentate ricerche». Invece mi irrita che, ancora, il fascino risorgimentale di questi miserabili fatti, che sono all’origine delle miserie del meridione tutto, possano essere oggetto di celebrazione da parte di cittadine meridionali che devono la loro miseria proprio alla turpe e truffaldina azione politica che mosse “i mille” al seguito del mercenario genovese e poi l’esercito piemontese al seguito del Savoia, per sancire la fine di un regno quello dei Borbone, proditoriamente e senza alcuna ufficiale dichiarazione di guerra invaso e depredato. Via Garibaldi dalle strade e dalle piazze del meridione, via Vittorio Emanuele dalle strade e dalle piazze del meridione, via i generali garibaldini e savoiardi dalle strade e dalle piazze del meridione! Che si apra in tutti i luoghi di cultura (scuole, università, centri di ricerca, un dibattito serio sulla storia di questo nostro triste periodo, che possa ridare dignità storica al popolo meridionale. Non un ritorno indietro, fuori luogo e fuori dalla storia, ma un guizzo di orgoglio che dia una documentata risposta alle tante zone d’ombra che ancora circondano gli avvenimenti del ventennio 1859-1879, perché in questi anni affondano le radici profonde delle disgrazie del meridione. E’ facile dire che il meridione era arretrato senza poi specificare rispetto a chi? Era arretrato un paese il cui processo di industrializzazione era collocato al terzo posto dell’Europa del tempo? Era arretrato un paese che nella comunità sociale di S. Leucio aveva realizzato un welfare da fare invidia a tutt’oggi? Lascio agli storici di professione gli approfondimenti utili a definire meglio il significato di arretratezza negli stati ottocenteschi. Quello che a me preme sottolineare, il provincialismo, tutto nostrano, di glorificare con feste paesane i protagonisti del martirio, delle stragi e dei saccheggiamenti del nostro martoriato meridione. Spero solo di non dover morire prima di aver visto anche le civili popolazioni di Teano e Vairano, liberate da culto di personaggi storicamente spregevoli, intitolare le loro strade ai patrioti morti per la difesa del legittimo regno borbonico e a quella bambina Angelina Romano che ancora nel fiore degli anni è stata privata del suo diritto di vita dai miserabili che oggi ancora a Teano e a Vairano vengono festeggiati. (Alfredo Pappalardo – Professore studioso della stroria del Meridione)

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un commento

  1. Esaltare e non rinnegare le proprie Origini…………….. Assistendo, inermi, ad un esodo di giovani costretti a trasferirsi al Nord…………