Ultim'ora

Teano / Vairano Patenora – Festa del 26 ottobre, Polito: basta inutili polemiche

Teano / Vairano Patenora – Trovo veramente “stucchevoli” le annuali polemiche in prossimità della ricorrenza del 26 ottobre. La prima è l’annosa diatriba tra Teano e Vairano Patenora per accreditarsi come luogo dello Storico Incontro tra re Vittorio Emanuele Il e Giuseppe Garibaldi. Molti anni fa avevo  proposto un gemellaggio  tra  le due comunità  per va lorizza re e proporre un itinerario storico culturale come corollario al turismo presso la Reggia di Caserta, città la quale i politici in tanti lustri non hanno saputo dotarla di altre attrattive (se la Reggia l’avessero altre città , navigherebbero nell’oro) e ricordo che la nostra provincia venne ripristinata con un decreto luogotenenziale del 1944 a firma di Umberto di Savoia, in quanto il fascismo l’aveva divisa tra Napoli e la Ciociaria ! Purtroppo la mia proposta è caduta nel vuoto per il solito e sterile campanilismo che indebolisce larga parte del Bel Paese. La seconda polemica che si ripresenta è tentare di riabilitare “il bel tempo andato” di un’Italia divisa in stati e staterelli e nella fattispecie guardar..: al Regno delle Due Sicilie come uno Stato di “bengodi”. In tanti convegni e scritti ho sempre detto che non bisogna demoniz zare i Borbone ma neppure nascondere le tante lacune di un governo e di una società anacronistica per quei tempi. E’ vero che il Reame borbonico ebbe molti primati ma si fermarono ben presto, un esempio per tutti furono le ferrovie. La prima strada ferrata venne inaugurata da re Ferdinando Il ma si tratto di pochi chilometri che collegavano i siti e le caserme reali di Nola-Portici e Napoli poi nulla di più. Bisognò aspettare l’Unità per porre in essere la Napoli-Bari ecc. L’economia era fortemente protezionistica e le fabbriche, anche numerose, vivevano  per le commesse statali senza aprirsi ai mercati esteri per esempio. La prima impresa del Regno era la Chiesa !, la quale controllava gran parte della proprietà terriera. I Borbone nel  1848 persero l’occasione per porsi a capo del movimento unitario quando re Ferdinando Il scelse di revocare la Costituzione ed ordinare ai reggimenti di mercenari svizzeri di sparare sulle barricate sorte per le strade di Napoli! Ben prima i Borbone in varie occasioni avevano represso nel sangue le solleva zioni per ottenere un regime più democratico, basti ricor· lare le  rivolte  in  Cilento  ed  in Cala bria nel 1828. Altra questione: il brigantaggio. Esso non nacque all’indomani dell’Unità ma era un fenomeno endemico fin dai tempi della domina zione spagnola. I Borbone in molte occasioni utilizzarono le bande per controllare gli ambienti liberali. Gaetano Meomartino, un brigante, si  proclamò re delle Puglie nel 1818 firmando accordi col governo per poi essere tradito e fucilato. Dopo il crollo del Regno, ex soldati borbonici, renitenti alla leva, ex galeotti ecc, andarono a rafforzare molte bande già esistenti, foraggiate da finanziamenti provenienti da Roma (corte di Pa pa Pio IX), Vienna e Madrid, con un misto di velleità di restaurazione e criminalità. E’ vero ci furono da parte dei briganti che dell’esercito episodi brutali, come non ricordare i tanti soldati uccisi, bruciati e mangiati per esempio? Per quanto riguarda la povera Angelina Romano, non è vero che venne fucilata tout-court, bensì risulta morta nel corso di un’operazione contro il brigantaggio durante il conflitto a fuoco e dopo essere stata prese in ostaggio da una banda di briganti del luogo!  Il Risorgimento fu un’epoca di grandi ideali, spesso traditi, ma permise ad un’intera di genera zione di sperare, lottare e morire per un ideale di libertà, tuta questo le a ltre Nazioni europee l’avevano già raggiunto, l’Italia fu l’ultima delle grandi Potenze a raggiungere l’unificazione dopo secoli di divisioni! Ultima questione: l’Unità d’Italia non piaceva a molti ed in primis ali’Austria che vide in pochi anni i suoi Stati “satelliti”: Lombardo-Veneto, Modena, Parma, Firenze e Napoli mandare via i loro sovrani. Per contraltare, Vienna dispose l’invio di 120mila uomini sul Mincio pronti a dilagare nella Pianura Padana al primo sentore che il giovane Regno d’Italia vacillasse per restaurare le antiche dinastie tutte imparentate con l’Imperatore d’Austria. Vittorio  Emanuele  Il  il  primo  Re  d’Italia  è  stato  accusato  di  essere  poco  rega le:  parlava in dialetto, gli piaceva il fascino femminile, la tavola, ecc, somigliava al suo bisnonno: Ferdinando I di Borbone re delle Due Sicilie!  Buon 26 ottobre a tutti! (di Giuseppe Polito)

Guarda anche

Piedimonte Matese – Vandali in azione, fiamme all’interno di una vecchia scuola. Sospetti su tre ragazzini

Piedimonte Matese – L’ipotesi più probabile al momento sembra essere quella legata all’azione di un …