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MONDRAGONE / ROCCAMONFINA – Paziente muore per mancate cure, cinque medici sotto processo: si accusano a vicenda

Mondragone / Roccamonfina – Non somministrarono le medicine necessarie causando così, secondo l’accusa, la morte di un anziano. Ieri, durante l’udienza al processo a loro carico, cinque medici hanno testimoniato scaricando – uno sull’altro – le responsabilità e le accuse. Di fatto hanno confermato che l’antitetanica non è stata mai somministrato al paziente. Si tornerà in aula fra poche settimane.
Avrebbero, causato secondo l’accusa formulata dalla Procura della Repubblica, la morte di un uomo per non aver somministrato, in tempi rapidi, l’antitetanica. Alcuni dei medici coinvolti nel processo operarono, nel caso in questione, presso il punto di primo intervento di Minturno, gli altri, invece, erano in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale di Formia.  Nessuno dei cinque medici ordinò la somministrazione dell’antitetanica al ferito. Una decisione fatale, secondo l’accusa, che portò alla morte dell’uomo in pochi giorni. Tutto prende avvio quando Giuseppe Corelli, 70 anni, stava potando alcuni alberi su un terreno di sua proprietà, nel comune di Minturno. Improvvisamente, mentre stava lavorando, l’uomo precipitò al suolo riportando gravi ferite lacere contuse alla testa e in altre parti del corpo. Scattò la macchina dei soccorsi che portò il ferito  presso il punto di primo intervento di Minturno. Qui i medici Giovanni Malaspina di Mondragone e  Cosimo Perrone di Minturno, prestano i primi soccorsi alla vittima disponendo il successivo trasferimento, per ulteriori accertamenti, presso l’ospedale di Formia. Qui intervennero altri tre medici: Luigi Giacomo Fusco, originario di Roccamonfina ma residente a Mondragone; Donatella Fava di Carinola e Ferdinando Dello Vicario di Frignano.
Tutti sono accusati di “condotte colpose casualmente concorrenti ed indipendenti tra di loro, per colpa consistita in negligenza, imperizia ed imprudenza, cagionavano la  morte di Giovanni Correlli, trasportato presso i suddetti nosocomi e sottoposto ai relativi trattamenti sanitari e terapeutici a seguito di una ferita lacero contusa al capo e contusioni varie riportate per una caduta a terra da una scala mentre potava degli alberi in un terreno di sua proprietà”. In particolare, secondo l’accusa, non veniva pratica al ferito “l’antitetanica post-esposizione, tenuto contro della tipologia e delel modalità delle lesioni riportate: tale profilassi veniva omessa anche a seguito della comparsa di una sintomatologia ed obiettività specifiche e sino alle ore 12:00 del 07/06/2011, data in cui dopo un giorno di ricovero veniva praticata ormai tardivamente la profilassi antitetanica per il successivo trasferimento del Corelli presso l’ospedale  Cotugno di Napoli, ove, per l’aggravarsi delle condizioni il paziente moriva per le complicazioni conseguenti ad infezioni da Clostridium tetani”.  Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Giuseppe Criscuolo, Luigi Coronella, Orlando Palmieri e Gabriele Gallo.

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