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CASERTA – La discarica di Ferrandelle era fuorilegge, arrestati in sette. Ci sono anche pezzi grossi dell’esercito

CASERTA – Rifiuti/ Realizzazione sito nel Casertano, sette arresti -2- Rifiuti/ Realizzazione sito nel Casertano, sette arresti -2- A domiciliari ufficiali Esercito, geologi e dirigenti Consorzio Napoli, 23 ott. (TMNews) – Idestinatari dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip Napoli su richiesta della locale Dda, sono tre ufficiali dell’Esercito, due amministratori del Consorzio Ce2 per la gestione dei rifiuti e due geologi, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso nei reati di disastro ambientale, truffa aggravata in danno allo Stato, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Gli indagati sono: il colonnello Salvatore Bernardo, attualmente in congedo e già responsabile del procedimento del sito di stoccaggio di Ferrandelle; il tenente colonnello Giovanni Capasso, già inserito nell’area impiantistica in qualità di progettista e sviluppo impiantistica dello stesso sito; il tenente colonnello, ingegnere Franco Salomone, già direttore dei lavori della discarica; il geologo Giuseppe Antonio Diplomatico; l’architetto Paolo Madonna, già rappresentante del Consorzio Ce2, attualmente dirigente del settore ambiente, ecologia e gestione rifiuti della Provincia di Caserta; il geologo Andrea Piccirillo e l’architetto Biagio Vagliviello, già rappresentante del Consorzio Ce2, attualmente custode giudiziale del sito di stoccaggio. I carabinieri del comando provinciale di Napoli e Caserta hanno anche eseguito il sequestro preventivo, per equivalente, di oltre 3 milioni di euro nei confronti di due imprenditori della Spa, attualmente in liquidazione, coinvolta nella vicenda: Antonio Montagna, responsabile di fatto della ‘Simont’ e Roberto Montagna, già amministratore delegato della stessa società per azioni. Le misure cautelari – informa una nota del procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero de Raho – scaturiscono da un’articolata indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri condotta anche con l’ausilio del Noe di Caserta nel periodo 2008-2012, nel pieno dell’emergenza rifiuti in Campania.Avrebbero ignorato la presenza di una falda acquifera e causato così un disastro ambientale inquinando anche i terreni destinati all’agricoltura. E’ quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta, condotta dalla Procura di Napoli sulla progettazione e realizzazione del sito di stoccaggio di Ferrandelle a Santa Maria la Fossa nel Casertano, che ha portato all’arresto di sette persone, tra cui geologi, funzionari dello Stato e ufficiali dell’Esercito. Le indagini hanno evidenziato come gli indagati, nell’ambito delle rispettive responsabilità e competenze, abbiano “intenzionalmente ignorato la presenza di una falda acquifera superficiale” nel sito, procedendo a false attestazioni. La presenza della falda è stata ignorata – si legge in una nota del procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero de Raho – sia nella fase di progettazione che in quella di costruzione e anche nella successiva realizzazione del sito, consentendo l’utilizzo di un terreno del tutto inadeguato, essendo ubicato in un’area in cui era vietata la realizzazione di impianti per la gestione di rifiuti perché inserita tra quelle a rischio alluvioni. nquinamento delle falde acquifere, nel sito di stoccaggio di Ferrandelle, nel Casertano, ma anche una truffa ai danni dello Stato. Una truffa, che secondo le indagini dei carabinieri, su disposizione della Procura di Napoli, e’ stata resa ”possibile dal comportamento omissivo degli organi di controllo e dai rappresentanti istituzionali deputati alla verifica della corretta realizzazione delle opere commissionate”. Le indagini hanno in particolare accertato che la societa’ Simont Spa, ora in liquidazione ma coinvolta nella vicenda, ”ha realizzato maggior introiti in conseguenza della non conformita’ delle opere realizzate alle specifiche tecniche del capitolato”. La truffa e’ stata messa in atto attraverso una ”pluralita’ di artifizi che comportavano l’erogazione della somma di oltre 3 milioni di euro, con pari danno per l’amministrazione dello Stato, nella specie del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania”. In conseguenza a tutto questo e’ stato disposto il sequestro preventivo di beni del valore di 3milioni nella disponibilita’ di Antonio Montagna, responsabile di fatto della Simont e di Roberto Montagna, gia’ amministratore delegato della Spa

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